Antonella Fabiani

Signore in noir

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Scrittrici e investigatrici: aumentano le donne protagoniste della letteratura italiana gialla. E Poliziamoderna dedica loro un concorso narrativo

Nonostante sia sempre stato considerato un genere minore, capace di far arricciare il naso agli intenditori della letteratura “alta”, il noir da più di un decennio continua a vivere un vero e proprio boom di vendite e di lettori nel nostro Paese. Un successo di cui si possono rintracciare, andando indietro negli anni, i germi letterari nella pubblicazione de Il nome della rosa di Umberto Eco (1980) e, più recentemente, quelli cinematografici e televisivi (a partire da Il commissario Montalbano tratto dai romanzi di Camilleri) che hanno fatto familiarizzare il pubblico con gli ingredienti del giallo e i suoi protagonisti, rigorosamente “maschi”, secondo una lunga tradizione letteraria poliziesca. Però, a guardare bene nella recente produzione noir italiana si intravede un gruppo di investigatrici, donne, con o senza divisa, pronte a seguire indizi, tracce e risolvere intricati delitti. Una presenza (sia come scrittrici sia come personaggi) conquistata a fatica, che rideclina in nero il rapporto tra uomo-donna e il conflitto tra il bene e il male, portando nei testi delle differenze anche rispetto al linguaggio e ai “luoghi” del noir tradizionale.
A passarne in rassegna qualcuna dello scenario italiano si incontrano la detective-professoressa Camilla Baudino (che ha avuto anche una riduzione televisiva con Provaci ancora prof.) della scrittrice torinese Margherita Oggero; la quarantenne inquieta investigatrice privata Giorgia Cantini, della bolognese Maria Grazia Verasani, che si trova ad avere ereditato questo ruolo dal padre e a fare i conti con una storia personale drammatica. Un’altra quarantenne, Maria Dolores Vergani, ispettore di polizia, ex-psicologa, creata dalla milanese Elisabetta Bucciarelli, e poi ancora un’altra psicologa, Anna Pavesi, questa volta di uno scrittore uomo, il torinese Alessandro Perissinotto. E poi l’ufficiale del reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri Alessandra De Bosis, biologa e mamma di un bambino di nove anni, rimasta vedova, della toscana Francesca Padula. E ancora un’altra poliziotta, capo della squadra anticrimine a Roma, la trentaseienne single Sandra Ricci, creata dalla scrittrice romana Brunella Diddi.
Autrici e personaggi tutti al femminile che hanno comunque dovuto fare i conti con un genere da sempre considerato maschile. Una sfida che scrittrici e investigatrici sulla carta sembrano aver superato con successo, avendo messo in campo un “sentire” più legato al presente, caratteri e un linguaggio diversi che hanno contribuito a rinnovare i modelli tradizionali e a rinvigorire la scrittura delle donne.
La crescita e la maturazione di personaggi femminili nel ruolo di investigatori nel noir italiano contemporaneo rispecchia il più generale cambiamento di ruolo della donna nella società, il suo diverso modo di relazionarsi con il mondo. Di conseguenza, la riflessione sulla costruzione di nuove identità femminili, anche se letterarie, non può essere che diversa, se a scrivere sono le donne che devono confrontarsi con una tradizione narrativa, e un genere in particolare, che le ha sempre escluse. Insomma, abbandonati i panni della femme fatale, anche le donne hanno consolidato il loro ingresso nella giallistica e ci si chiede a quali modelli siano ispirat

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01/05/2009