di Sara Cerqua
C’è Pec per te
La posta elettronica certificata diventa un caso tutto italiano. Obbligatoria per la pubblica amministrazione, società ed iscritti agli albi potranno invece dotarsi di sistemi analoghi
La posta elettronica certificata, meglio nota con l’acronimo di Pec, la quale altro non è che una raccomandata elettronica con ricevuta di ritorno nata in seno alla pubblica amministrazione con lo scopo di sostituire l’impiego della raccomandata A/R tradizionale, non è più obbligatoria per società e professionisti iscritti agli albi. A sancirlo definitivamente è la legge n. 2 del 28 gennaio 2009 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale che va a convertire, con modificazioni, il decreto legge “anticrisi” n. 185 del 29 novembre 2008. Quest’ultimo all’art. 16 commi 6, 7 e 8 aveva stabilito l’obbligo per le imprese di comunicare il proprio indirizzo Pec nella domanda d’iscrizione al registro e per le società già iscritte di crearsene uno entro un periodo di tempo massimo di tre anni dalla data d’entrata in vigore della normativa. I professionisti iscritti agli albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato dovevano, invece, comunicare il proprio indirizzo Pec ai rispettivi ordini e collegi entro un anno dalla data d’entrata in vigore del decreto legge. Ebbene il dl 185/2008 è stato modificato e l’obbligatorietà della Pec rimossa sicché imprese e professionisti possono ora servirsi sì di un indirizzo di posta elettronica certificata, ma anche, in alternativa, di “un analogo indirizzo di posta elettronica basato su tecnologie che certifichino data e ora dell’invio e della ricezione delle comunicazioni e l’integrità del contenuto delle stesse, gara
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