di Cristina Porta

Regina della Valle

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Una polizia attenta ed efficiente, che può contare sulla collaborazione dei cittadini, contribuisce a garantire l’invidiabile qualità della vita di Aosta

I Romani, dopo aver sconfitto i Salassi, un popolo gallico stabilitosi nella valle della Dora Baltea nel 25 a.C., fondarono una città dove sorgeva un accampamento. Fu chiamata, in onore di Ottaviano Augusto, Augusta Praetoria e da lì il  nome attuale della città: Aosta. Per la sua posizione strategica già ai tempi dell’impero di Augusto fu deciso di creare qui un solido insediamento militare. Ed è stata proprio la posizione strategica rispetto ai collegamenti con i valichi diretti in Gallia e nella odierna Svizzera a decretare lo sviluppo di questo accampamento, che divenne presto un centro stanziale e poi una città. Oggi, Aosta si presenta distesa nella valle della Dora Baltea ed è ancora un importante crocevia per andare in Francia e in Svizzera.
La Valle d’Aosta gode di una situazione privilegiata sotto vari profili, perché è un territorio ben delimitato e di agevole controllo da parte delle forze dell’ordine.
La Valle gode dello status di regione autonoma a statuto speciale, esempio di federalismo reale, che apporta alla collettività numerosi vantaggi, tra i quali la disponibilità di risorse economiche e (più importante) la possibilità di una gestione autonoma della cosa pubblica. Nel complesso, infatti, può vantare soddisfacenti servizi pubblici, basso indice di disoccupazione ed elevata qualità della vita: condizioni socio-economiche che hanno permesso alla città di Aosta di ottenere il primato, nel 2008, di città con la migliore vivibilità in Italia.
In Valle d’Aosta vige il bilinguismo. Infatti, nel 1561, il francese divenne lingua ufficiale con l’annessione della regione al regno di Francia. Il dualismo lingua francese/dialetto franco-provenzale continuò immutato fino al 1861 quando, con l’Unità d’Italia, fu introdotta in Valle d’Aosta la lingua italiana. Nel 1948 la Valle fu dichiarata regione autonoma a statuto speciale e il bilinguismo italiano-francese fu riconosciuto anche dallo Stato. Di questa peculiarità i valdostani vanno fieri. I rapporti tra la Regione e lo Stato sono rec

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01/02/2009