di Caterina Carannante

Abusati dentro

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Il numero dei minori costretti a subire violenze è in continuo aumento. Ma come si può capire se l’abuso c’è stato o meno? Vediamo le tecniche di interrogatorio messe a punto dagli esperti del settore

Quante volte abbiamo sentito un genitore raccomandare ai propri figli di “non accettare le caramelle dagli sconosciuti”? Oggi questo monito, anche se valido, sembra non essere più sufficiente e per rendersene conto basta sfogliare le pagine dei giornali. Si stima che meno di un terzo delle violenze sessuali sui minori sia commesso da persone che le vittime non conoscono. Al contrario, sempre più spesso il “lupo cattivo” si nasconde dietro volti amici o tra le mura domestiche: insegnanti, sacerdoti, babysitter, medici, allenatori sportivi, ma soprattutto i membri della famiglia, specie quella allargata.
È in aumento il numero dei minori costretti a subire violenze che non necessariamente arrivano allo stupro vero e proprio. Anche le carezze in area genitale, i palpeggiamenti, l’esibizionismo o lo sfruttamento sessuale finalizzato ad alimentare il circuito della pedofilia on line sono abusi capaci di lasciare cicatrici profonde su un bambino. E spesso i soli testimoni di questi reati sono proprio le vittime: bambini in molti casi in stato di choc, spaventati, confusi, traditi dagli adulti che avrebbero dovuto proteggerli e dei quali si fidavano.
Il credere o meno ai loro racconti implica conseguenze, nei casi di sospetto abuso sessuale infantile, che possono cambiare radicalmente la vita di tutte le persone coinvolte. Ma i bambini sono in grado di fornire resoconti attendibili? Quanto si lasciano suggestionare? Con quale grado di certezza chi ascolta può distinguere tra ricordo reale e fantasia? Quanto incide sulla narrazione il comportamento di chi pone le domande? Di fronte a diversi dubbi non ancora risolti, è forte l’esigenza di individuare criteri adeguati e condivisi per condurre gli interrogatori dei minori, con l’obiettivo di ridurre al minimo il rischio di errori.
Una delle questioni più dibattute riguarda la memoria del bambino. La maggior parte dei ricercatori che hanno condotto studi sull’argomento concorda nel ritenere che anche i bambini molto piccoli, se interrogati in modo appropriato, possono fornire informazioni esatte su aspetti essenziali di eventi emotivamente significativi vissuti in prima persona, soprattutto se negativi. È altrettanto vero però che tutti i minori, sia molto piccoli sia più grandi, possono essere facilmente influenzati quando vengono rivolte loro domande pretestuose o tendenziose.
Interrogare in modo corretto un minore dipende quindi dal tipo di domande, ma anche dal modo in cui esse sono poste dall’intervistatore. Per ottenere resoconti completi ed esatti, gli esperti di tecniche di interrogatorio consigliano di utilizzare domande finalizzate a suscitare i ricordi dei testimoni. Bisognerebbe sempre iniziare con inviti alla narrazione libera degli eventi ed ascoltare in silenzio e con interesse le risposte, in modo da incentivare il bambino al dialogo.
A prescindere dal quesito, inoltre, anche l’atteggiamento dell’intervistatore può rappresentare per il minore un fattore di condizionamento. Interrogare i minori in modo cordiale, ma non eccessivamente amichevole e

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01/02/2009