Umberto Galimberti

Trasgressione

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La trasgressione è un gesto che riguarda il limite. Ma il tratto che essa incrocia e spezza si ricompone alle sue spalle come un’onda di poca memoria dietro lo scafo di un’imbarcazione che l’ha solcata. Non c’è limite all’infuori del gesto che l’attraversa. Non c’è gesto se non nell’oltrepassamento del limite. La trasgressione non sta quindi al limite come il bianco sta al nero, come l’escluso all’incluso, come il permesso al proibito. Ciò verso cui la trasgressione si scatena è il limite che la incatena. È la glorificazione del limite.
La solennità del comandamento “Non ammazzare” seguito dalla benedizione degli eserciti non è tanto una contraddizione, quanto la prova che la trasgressione del divieto non è meno soggetta a regole di quanto non lo sia il divieto stesso.
La trasgressione non è dunque la celebrazione della libertà. Il suo andamento non è licenzioso, osceno, violento, ma ritmico come un passo di danza, dove ad ogni ritrarsi corrispo ...


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01/01/2009