Annalisa Bucchieri

L’arte dei calci volanti

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Regole di combattimento ma anche tecniche di allenamento per uno degli sport marziali più completi e affascinanti: il Taekwondo

Gambe e braccia che mulinano di potenza ed esplodono in spettacolari evoluzioni aeree, per attaccare e difendersi: questa l’essenza del Taekwondo, che letteralmente significa “l’arte di tirare pugni e calci in volo”. Sarà per il nome coreano difficile da pronunciare che di questa arte marziale se ne parla meno rispetto al judo e al karate, sebbene la sua diffusione a livello mondiale sia tale da averle fatto guadagnare l’ingresso definitivo tra le discipline olimpiche ai Giochi di Sydney del 2000. Nelle fila dei suoi 14 milioni di praticanti sparsi in 141 Paesi figurano anche gli atleti cremisi (7 uomini e 2 donne) che perpetuano una tradizione di successi agonistici iniziata nel 1982, quando fu fondato il settore Taekwondo delle Fiamme oro. L’incontro della Polizia di Stato con l’arte marziale avvenne in occasione di un raduno della nazionale Taekwondo ospitata dall’Istituto per sovrintendenti e di perfezionamento di Nettuno, sul litorale romano: fu subito amore. Da allora le due palestre dell’Istituto sono il “regno dei calci volanti”. Ed è qui che Poliziamoderna è andata a respirare lo spirito del combattimento di antica origine coreana durante uno degli impegnativi allenamenti che si svolgono quotidianamente. «In realtà – racconta Giovanni Lo Pinto, l’allenatore della squadra – quando siamo in prossimità di una gara le sedute di preparazione sono due al giorno, mattina e pomeriggio. Il lavoro è di volta in volta differenziato, di preparazione atletica ...


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01/01/2009