Alice Vallerini

Il divo della porta accanto

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Nonostante il grande successo Raoul Bova non ha tradito i valori fondamentali della sua vita: giustizia, onestà e amore per la famiglia

Ha indossato le vesti umili di San Francesco d’Assisi ma anche la divisa da poliziotto di Nino Di Venanzio nel film Milano-Palermo sola andata e Il ritorno. Si è calato nei panni dell’archeologo protagonista della saga Alien Vs Predator, per poi trasformarsi in bancario ne La finestra di fronte e infilare nuovamente l’uniforme durante le riprese di Ultimo, giovane capitano dei Ros dei carabinieri che dedica la sua vita alla lotta contro la mafia. Raoul Bova, uno degli attori più amati dal grande pubblico sia italiano che internazionale, è un uomo versatile e ironico ma anche riservato. Da anni sulla cresta dell’onda, alle follie di Hollywood preferisce le serate in casa con la moglie Chiara e i suoi due bambini per i quali appena può scappa dal set. Il mondo delle forze dell’ordine lo conosce come le sue tasche, visti i tanti ruoli interpretati che gli hanno permesso di far suoi sentimenti e paure spesso noti solo agli addetti ai lavori. Ama la “polizia fatta di persone” e non l’immagine stereotipata “improntata solo sul concetto di istituzione”, crede nel ruolo chiave degli agenti nella società (“come gli insegnanti contribuiscono a formare i cittadini del futuro”), punta il dito sui film nei quali ad avere fascino sono solo quelli che infrangono le regole, i cosiddetti “cattivi”. D’altronde lui è tutto fuorché trasgressivo: cultore della vita sana ed appassionato di sport, marito premuroso e papà attento, non fa che ripetere che i ragazzi dovrebbero “rovesciare il concetto di libertà”. Perché la vera forza, dice, non vuol dire rifiutare in modo cieco le imposizioni ma inseguire valori come la giustizia ...


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01/10/2008