Olivia Turchetti
I dolci veleni dell’alcopop
Dietro i colori sgargianti e i profumi di frutta speziata si possono nascondere pericolose bevande alcoliche studiate per creare dipendenza tra i giovanissimi
Hanno colori che vanno dal verde acido al rosa shocking. Profumi simili a quelli delle caramelle, dello zucchero filato, della frutta tropicale. Le avvolge un packaging accattivante, che le fa somigliare a giocattoli, a stravaganti bibite per bambini, sebbene per contenuto alcolico siano più simili a un boccale di birra, con relativi rischi correlati all’abuso. Si chiamano alcopop le insidiose bevande aromatizzate capaci di “sballare” sempre più in voga tra i giovanissimi che, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, quando escono con gli amici ne bevono in media un bicchiere e mezzo a serata seguìti da birra e superalcolici per un totale di 4 drink. Frizzanti, apparentemente innocue ed estremamente “cool”, gli adolescenti le consumano alle feste, in discoteca, nei bar prima di uscire in motorino con gli amici ma anche in compagnia degli adulti che il più delle volte credono erroneamente si tratti di bevande soft.Sono soprattutto le ragazzine di età compresa tra i 13 e i 18 anni il target cui puntano i produttori, da tempo alle prese con campagne di marketing mirate all’ acquisizione massiccia di baby-clienti. Non è un caso se le aziende hanno arruolato, pagandoli profumatamente, testimonial pubblicitari particolarmente influenti sul pubblico dei teenager: da anni personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo fanno capolino sui canali televisivi preferiti dai giovanissimi con il preciso scopo di sfilare alle ditte concorrenti la succulenta fetta di consumatori. Negli Usa, dove nel 1995 ha preso il via la diffusione degli alcopop che ha poi rapidamente contagiato altri Paesi, l’allarme è scattato da tempo e, oggi più che mai, i cosiddetti “consumatori responsabili” puntano il dito sulle aziende che tentano di accaparrarsi una clientela vulnerabile e molto attenta alle mode attraverso prodotti presentati come inoffensivi ma di fatto capaci di alterare le percezioni di chi li assume grazie a un contenuto di alcol etilico che va dal 4 al 6 per cento.
Non è diffic ...
01/10/2008