Annalisa Bucchieri

L’alba dopo "un giorno perfetto"

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Ventiquattro ore della vita di una coppia “scoppiata”. Fino alla tragedia serale. Così il regista Ferzan Ozpetek, nel film che ha inquietato il Lido di Venezia, dà voce e immagini al dramma delle donne perseguitate dalla violenza di falsi amori

Più volte era stata ventilata l’idea di portare sul grande schermo Un giorno perfetto, il libro di Melania Mazzucco, senza trovare, però, qualcuno che si volesse imbarcare nell’impresa. Finché Ferzan Ozpetek, uno dei più amati registi in Italia, non ha accettato la proposta del produttore Domenico Procacci della Fandango. Perché tanta titubanza, che peraltro ha riguardato anche il romanzo la cui ristampa ha stentato a partire? Perché il tema di Un giorno perfetto, da un mese in programmazione nelle sale dopo essere stato presentato in concorso alla 65esima Mostra del cinema di Venezia, è di quelli che rendono scomode le poltrone degli spettatori. Il film parla dell’incapacità di un uomo di sopportare l’abbandono da parte della moglie, della violenza omicida che si scatena all’interno di una famiglia apparentemente normale, del male che subiscono le donne quotidianamente dietro le pareti di casa. Un male che è troppo vicino a tutti noi per prenderne le distanze e sentirci esenti da colpe di omertà, complicità, fatale indifferenza.
Ozpetek, cosa ha determinato la scelta coraggiosa di un soggetto così inquietante, dopo tanti suoi film che hanno accarezzato il pubblico con storie di amicizia, innamoramenti, solidarietà?
All’inizio mi ha attirato la passione folle di questo uomo, Antonio, per la sua donna, Emma, impersonata da Isabella Ferrari. Ero motivato dal fatto che attraverso il libro potevo andare oltre le notizie di cronaca nera ed entrare nel meccanismo psicologico per cui un sentimento così forte e intenso si trasforma in odio. Mi sono stati utili in questo i consigli di molti amici poliziotti che sono intervenuti a sedare le cosiddette “liti in famiglia” e hanno spesso raccolto gli sfoghi di entrambe le parti in causa.
Poi andando avanti nelle riprese ho capito c ...


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01/10/2008