Emanuela Borghesi

Ragazzi contro

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Rapine, furti, atti vandalici. È la realtà di molti adolescenti, che cercano in branco le loro vittime, tra i coetanei e non solo

Si divertono a bruciare i capelli dei compagni di classe, a minacciare le ragazzine per costringerle ad avere rapporti sessuali con loro, a obbligare gli adolescenti a consegnare telefonini o I-pod. Gli autori sono quasi tutti minorenni, così come le vittime, e sono per lo più furti, rapine, violenze o atti vandalici i reati da loro commessi. A volte si tratta di semplici bravate e altre volte di vere e proprie azioni criminali: il branco fa sempre più paura ed è difficile capire cosa spinge i giovanissimi a comportarsi così, tra i banchi di scuola, in strada, in piscina o in palestra e in qualsiasi altro luogo di aggregazione. Sì, perché i loro comportamenti sono caratterizzati per lo più dal fatto di essere compiuti in gruppo, o con il supporto del gruppo. Perché, insieme, ci si sente più forti e in grado di fare ciò che da soli, forse, non si avrebbe il coraggio. Motivo per cui è stata coniata l’espressione “baby gang” per indicare, convenzionalmente, gruppi giovanili composti da minorenni che commettono reati nei confronti di altri coetanei. In questo senso, nel fenomeno possono rientrare piccoli bulli che approfittano della loro condizione di “branco” per prevalere sui più deboli, ma anche piccoli criminali che commettono veri e propri reati. «In realtà – spiega Chiara Giacomantonio, responsabile della Sezione minori del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine – tecnicamente il termine “baby gang” indica una vera e propria organizzazione strutturata con un capo, dei gregari e delle regole ben definite. E noi in Italia non ne abbiamo, a parte quelle composte da latino-americani a Genova e Milano». In ogni caso i gruppetti di ragazzini che vanno a spasso per le città a spaventare e minacciare i coetanei sono sicuramente una realtà preoccupante del nostro Paese, anche se non sono gruppi strutturati e sono per lo più “solo temporanei”, come precisa il funzionario di polizia.

Fatti di cronaca o figli nostri?
Cronache di giornali, telegiornali e siti Internet raccontano sempre più spesso episodi di microcriminalità commessi da ragazzini di famiglie benestanti che, anche se sporadici, fanno rabbrividire e riflettere. Titolano i giornali: «Dieci giovani armati di coltello aggrediscono coetanei per rubargli soldi e telefonini». Non solo. La banda si distingue per un rituale piuttosto raccapricciante: costringe le vittime a inginocchiarsi e a leccare le suole delle scarpe o gli sputi in terra. Succede a Roma in un quartiere residenziale e gli arrestati hanno tutti tra 15 e 16 anni. Hanno fatto il giro dei telegiornali e del Web le immagini dei ragazzi che per tre volte di seguito hanno bruciato i capelli di un compagno di scuola al quale hanno anche spento delle sigarette sul braccio. A Bari giovani minorenni sono addirittura arrivati a sequestrare un coetaneo per

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01/07/2008