Antonella Fabiani

Luoghi senza storia

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Nell’analisi del sociologo Massimo Ilardi, il passaggio dai vecchi centri urbani alle metropoli ha moltiplicato il numero dei posti anonimi, dove ci si sente più soli, ma forse anche più liberi

In rapida trasformazione, la città contemporanea si estende e attrae nella sua orbita sempre più persone. Parcheggi, megasupermercati, outlet, immense multisale, grandi centri commerciali sono ormai il nuovo volto della periferia di molte città che attrae migliaia di consumatori. Un modello architettonico accattivante che segna il nuovo modo di concepire lo spazio urbano, che influenza le relazioni sociali e la mobilità e che comporta anche dei costi. Da spazio fatto di luoghi di incontro, la città sembra essere diventata sempre più un campo di moltitudini e minoranze che, non sufficientemente integrate, possono entrare in conflitto creando tensione e insicurezza in chi ci vive. Da “luogo”, appunto, la città rischia di diventare sempre più un “non luogo”, secondo la definizione dell’antropologo francese Marc Augé. A Massimo Ilardi, docente di Sociologia urbana all’Università di Ascoli Piceno e autore de Il tramonto dei non luoghi (Meltemi editore), abbiamo chiesto di parlare di come è cambiata la cultura della realtà metropolitana.
Può spiegarci la differenza tra città e metropoli?
Parliamo di concetti complessi, ma semplificando si può dire che la prima differenza è che storicamente la città era identificata da mura. La zona del centro era in questo modo definita rispetto alla periferia e alla campagna. L’altra differenza è che la città era uno spazio dove i cittadini ubbidivano alle leggi che lo governavano.
Questo passaggio da città a metropoli, che riguarda l’Occidente, inizia quando vengono abbattute le mura: quindi è un passaggio che riguarda soprattutto lo spazio. La metropoli è, infatti, la condizione spaziale che caratterizza la nostra epoca. Nel nostro Paese questo cambiamento è avvenuto intorno agli Anni ‘70, quando le culture delle periferie cominciarono a invadere il centro e a diffondere una visione del mondo diversa. Lo scrittore Pier Paolo Pasolini è stato il primo a descrivere e rappresentare la cultura della periferia romana nei suo ...


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01/07/2008