Raffaele Lupoli
Ippodromi clandestini
Cavalli dopati, costretti a correre in circuiti improvvisati, fruttano un succulento giro di scommesse illegali che fa sempre più gola alla mafia
Il cavallo gronda sudore e ha la schiuma alla bocca. Le vene sono innaturalmente gonfie: ti aspetti che da un momento all’altro squarcino la pelle e fuoriescano dal corpo dell’animale. Il fantino con una mano lo tiene a freno, con l’altra stringe il frustino e picchia il fianco. La scena si replica per l’altro concorrente in gara. «Sembrano impazziti, gli avranno dato anche il Viagra» – vocifera qualcuno fra il pubblico. Tutto intorno l’organizzazione non lascia nulla al caso: controlli agli accessi, servizio scommesse e generi di conforto. Se non fosse che siamo in una pubblica via e che gli animali sono evidentemente maltrattati, potremmo pensare a una tranquilla domenica all’ippodromo.
Corsa nel traffico
Il pubblico è eterogeneo: liberi professionisti amanti delle scommesse, operai in cerca di svago, pregiudicati che riciclano denaro sporco. E talvolta, quando la malavita è certa di controllare un territorio, non ci si cura nemmeno di cercare un luogo appartato per la gara clandestina. È accaduto sabato 26 aprile in via De Roberto a Napoli. Le guardie zoofile della Lav, la Lega antivivisezione, hanno assistito a una corsa in piena regola in mezzo al traffico, con caroselli di auto e motorini ad aprire e chiudere il percorso, decine di persone vocianti, autobus di linea costretti a fermarsi per evitare collisioni con i calessi. Gli operatori della Lav hanno presentato un’informativa di reato in procura a carico di persone da identificare con l’ipotesi di reato di maltrattamento di animali, organizzazione di competizioni non autorizzate tra animali, che possono metterne in pericolo l’integrità fisica, e interruzione di pubblico servizio. Le corse sono state documentate con telecamera nascosta. «Bisogna vigilare per reprimere un fenomeno criminale che oltre a esporre i cavalli a maltrattamento, può avere preoccupanti collegamenti con la malavita organizzata – spiega Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio nazionale zoomafia della Lav. La pericolosa arroganza di queste organizzazioni si