Annapaola Palagi

Quando il fuoco parla

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L’impegno degli specialisti della Scientifica alla ricerca delle labili tracce lasciate dalle fiamme, per stabilire dove e in che modo si è sviluppato un incendio

Brandelli di abbigliamento, pezzi di auto, bottiglie molotov e qualsiasi altro oggetto rinvenuto sul luogo di un incendio può essere utile per stabilire se il fuoco si è sviluppato accidentalmente o se invece è stato appiccato per mano di qualcuno e ha quindi un’origine dolosa. Ad analizzare i cosiddetti “residui d’incendio” sono gli esperti del Servizio Polizia Scientifica, e in particolar modo gli uomini del “Laboratorio di indagini sugli infiammabili ed esplosivi”. Dagli incendi di boschi e terreni a quelli di capannoni industriali, di auto abbandonate in aperta campagna fino al ritrovamento di cadaveri carbonizzati in cascinali «sono spesso i responsabili del Corpo forestale dello Stato a chiedere un aiuto agli esperti della Polizia Scientifica per capire la natura del fuoco e trovare eventuali tracce di liquidi infiammabili», spiega Paolo Zacchei, responsabile del laboratorio. Gli investigatori della Scientifica si occupano sia di effettuare il sopralluogo specialistico sia di analizzare i campioni presi sul posto per ricercare la presenza di quelle sostanze definite, in termini tecnici, “acceleranti della combustione”.

I dettagli nel sopralluogo
“Le fiamme lasciano sempre una traccia del loro passaggio” dicono gli esperti: è il cosiddetto “linguaggio del fuoco”, grazie al quale è possibile capire in che modo e in quale direzione si sono propagate le fiamme, riuscendo così a risalire al punto di origine dell’incendio. Ed è qui che vengono prelevati i campioni da portare in laboratorio per le analisi. Ma c’è un fattore da tenere ben presente in fase di sopralluogo ed è il fatto che molte sostanze possono venire disperse o alterate dalle operazioni di spegnimento. Inoltre, una volta che vigili del fuoco e poliziotti hanno effettuato i rispettivi sopralluoghi, le tracce risultano inevitabilmente inquinate. «Per questo motivo – dice Gianni Vadalà, direttore della IV divisione del Servizio Polizia Scientifica – il primo esame del luogo (che è irripetibile) è fondamentale e deve essere fatto in maniera estremamente accurat

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01/06/2008