Il ponte è crollato

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Old Bridge: con questa straordinaria efficacia è stata definita la “retata” tra Palermo e New York che ha portato alla caduta dell’ultima generazione di Padrini, figli e nipoti dei capimafia storici. Il “ponte d’oro” è stato spezzato attraverso una operazione congiunta tra il Federal bureau of investigation (Fbi), la procura di Palermo e gli organismi investigativi della Polizia di Stato. Una pagina di storia nella lotta alle cosche che segue come in una catena le operazioni “Grande mandamento” e “Gotha” attraverso le quali è stato possibile assestare colpi formidabili a tutti i livelli dell’organizzazione criminale. Si è frantumato il pericoloso progetto di riaccogliere in patria “gli scappati”, scampati alla furia assassina di Riina e riparati negli Stati Uniti: una complessa manovra ricostruita attraverso migliaia di intercettazioni e grazie alla decodificazione di centinaia di “pizzini”. Pazienza, intelligenza, determinazione, i pilastri dell’indagine che è riuscita a squarciare la giungla di omertà impenetrabili.
“Cosa Nostra aggiorna i propri metodi, rendendoli sempre più sofisticati. Gli inquirenti hanno moltiplicato i controlli ma i criminali si sono fatti più furbi”, così scriveva Giovanni Falcone nel suo “Cose di Cosa Nostra” pubblicato nel ’91. Quel libro, riletto ora, rappresenta il vero grande affresco della mafia siciliana da una parte e dall’altra dell’Atlantico ed è per questa ragione che, nell’accogliere l’importante successo, la mancanza di Falcone e di Borsellino e dei tanti che su questo fronte hanno sacrificato da eroi la propria vita si fa ancora più acuta e lacerante.
Grazie alle indagini di molti valorosi funzionari dello Stato, dalle catacombe criminali della Onorata Società è emerso l’intreccio delle Cosche e il Ponte con le famiglie emigrate negli Stati Uniti. Vecchi e insoluti delitti hanno oggi il nome dei responsabili, il network finanziario è svelato e l’opera di confisca dei capitali illegali ha colpito al cuore il business mafioso.
Old Bridge, come ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso è “il naturale sviluppo delle indagini condotte negli ultimi anni” che hanno assestato colpi durissimi all’intera organizzazione. Saltata la Cupola sono cadute le teste pensanti, i Capi dei Capi, i Riina, i Provenzano, i Lo Piccolo.
La caduta dei Padrini non è più solo un film. Il cerchio delle ricerche si è stretto anche intorno ad altri superboss della Camorra e della mafia calabrese, definita con preoccupazione dall’Antimafia una organizzazione criminale simile ad Al Qaeda in temibile espansione. L’arresto di Pasquale Condello detto “Supremo” e del boss della Camorra Vincenzo Licciardi detto “’o chiatto” rappresentano altrettanti traguardi di assoluto prestigio e coronano investigazioni lunghe e complesse. Quel metodo che ha portato alla cattura degli altri grandi superboss e che segna davvero l’inizio della fine dell’era dei capi latitanti considerati imprendibili.
01/03/2008