a cura di Michele Mazzaro e Pierpaolo Gentile

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La sicurezza negli edifici abitativi: aspetti tecnici, giuridici e comportamentali

INTRODUZIONE
Un incidente domestico è l’infortunio che si verifica in un edificio ad uso abitativo e nelle aree di pertinenza (garage, cantine, balconi, pianerottoli, cortili). In Italia la quota annuale di mortalità relativa all’infortunistica domestica si aggira intorno alle 9 mila persone, secondo i dati Istat. Una cifra particolarmente allarmante se confrontata con la mortalità relativa agli incidenti sul lavoro che è di circa 1.100-1.200 persone (fonte Ispesl e Inail). Ciò si spiega tenendo in considerazione la diretta correlazione alla quantità di tempo trascorsa in casa da ognuno di noi, con una distribuzione degli eventi in rapporto all’età che presenta un primo picco massimo in corrispondenza della fascia da 0 a 5 anni e  un successivo picco in corrispondenza di anziani sopra ai 75 anni.
La casa in questi anni ha subito dei notevoli mutamenti: a fronte di un indubbio miglioramento generale delle condizioni abitative di fatto, c’è una sempre maggior presenza di elettrodomestici, di impianti, accessori e prodotti casalinghi che sono potenzialmente pericolosi. Nella scelta di questi oggetti prevale tuttora una grande attenzione all’immagine, alla soluzione di moda, a scapito spesso dell’aspetto legato alla sicurezza, studiata per ridurne il rischio d’impiego.
Le casalinghe sono la categoria più colpita da questi infortuni domestici, per il maggior tempo trascorso nell’abitazione, spesso insieme a bambini (15% degli incidenti) e agli anziani (32% degli incidenti). Almeno tre fattori determinano il verificarsi degli eventi accidentali: la qualità del sistema abitativo (in relazione all’inadeguatezza dell’ambiente domestico e alla presenza di barriere architettoniche), le caratteristiche dei prodotti e degli oggetti che entrano in casa e il comportamento individuale.
Nel nostro Paese, una cultura diffusa sulla sicurezza e sulla manutenzione del proprio immobile è poco praticata e trova resistenze, poiché spesso si tende a trascurare e a sottovalutare i segnali di eventuali dissesti o l’importanza del costante controllo di parti di edificio ed impianti. Le ragioni di questa trascuratezza sono tra le più disparate, prime fra tutte quelle di natura economica e quelle legate alla scarsa informazione dei cittadini.
Tale problematica assume rilievi differenti quando si parla di edifici nuovi. Infatti per le nuove costruzioni è possibile operare ai fini della sicurezza e della qualità al momento stesso della edificazione, applicando controlli preventivi estesi ed accurati. Per la fetta più grande dell’attuale patrimonio immobiliare, in particolare quello avente età superiore ai 40 anni, frutto molto spesso del boom edilizio della fine degli anni Sessanta e dall’espansione dell’abusivismo, esiste l’oggettivo bisogno di sistematici interventi di ristrutturazione con cui affrontare il problema in maniera diversa.
Parlare di sicurezza degli edifici abitativi significa effettuare un’approfondita indagine su come l’edificio stesso sia stato costruito, sulla situazione geologica del terreno sottostante, sulla qualità delle prestazioni energetiche, sulla tipologia e qualità dei materiali quali vernici, tessuti, rivestimenti, impianti idrici e sanitari, di riscaldamento ed elettrici.

LA STRUTTURA EDILIZIA
La struttura di un edificio assolve alla funzione portante del fabbricato ed è strettamente correlata all’epoca della costruzione, alla sua forma e all’altezza.
Gli edifici più vetusti, costruiti prima dell’ultima guerra, sono quasi tutti in muratura portante. In un edificio in muratura non esiste distinzione tra struttura e tamponamenti, ovvero tra scheletro e rivestimento. Alcuni muri sono più importanti di altri perché svolgono funzioni strutturali fondamentali, motivo per cui hanno spessori maggiori. Per garantire una maggiore stabilità è necessario che gli edifici in muratura siano composti da pareti tra loro ben ammorsate, in modo da costituire “scatole” chiuse. Nei vecchi edifici in muratura i solai sono per lo più in legno, talvolta sono in ferro o cemento armato e spesso sono presenti anche archi e volte.
La maggior parte degli edifici costruiti dopo l’ultima guerra ha una struttura in cemento armato; gli elementi che ne compongono la struttura sono i pilastri, le travi e i solai, le scale e le fondazioni. I solai nelle case in cemento armato sono in genere realizzati con travetti di cemento e pignatte. Tali costruzioni sono chiuse da muri, di spessore maggiore di quelli interni e detti di tamponamento, in genere realizzati con mattoni leggeri forati. Le mura esterne ed interne hanno soprattutto la funzione di proteggere l’edificio e dividerne gli ambienti; esse, pur non avendo una vera e propria funzione di sostegno, contribuiscono comunque a dare forma e stabilità agli edifici.
Non è infrequente trovare edifici ibridi in muratura piena e sopraelevazioni effettuate nel tempo con strutture in cemento armato, molto spesso frutto di incauti interventi di ristrutturazione. Spesso tali edifici hanno subito modifiche statiche gravi, con nuovi carichi non verificati ma, malgrado questo, ad oggi non sono soggetti ad alcun obbligo sulle verifiche statiche.
Si può facilmente immaginare come la sicurezza statica di un edificio non venga mai presa in considerazione a livello preventivo se non di fronte a strutture fatiscenti o interessate da macroscopiche lesioni.

GLI IMPIANTI
Quando si parla di rischi corsi dalle persone negli ambienti domestici molto spesso si fa riferimento in maniera riduttiva alla sicurezza degli impianti elettrici, termotecnici e a gas. In realtà le dotazioni impiantistiche domestiche includono gli impianti idrosanitari, di climatizzazione, telefonici, per la ricezione dei segnali televisivi e di rivelazione ed estinzione degli incendi.
Con la legge n. 46/90, relativa alla sicurezza di tutti gli impianti degli edifici a uso civile, seguita dal dpr n. 447/91, contenente il relativo regolamento di attuazione, è stata regolamentata la sicurezza degli impianti elettrici, radiotelevisivi ed elettronici, di riscaldamento e di climatizzazione, idrosanitari ed idrici in genere, nonché degli impianti per il trasporto e l’utilizzazione di gas, degli ascensori, montacarichi, scale mobili e simili e degli impianti di protezione antincendio.
In tale contesto, la sicurezza è strettamente correlata al rispetto delle norme tecniche, studiate affinché tutti gli impianti della casa funzionino nelle condizioni più critiche senza creare pericoli. Le norme tecniche sono emanate da Enti indipendenti che hanno il compito di individuare le modalità da adottare per l’esecuzione di impianti sicuri, anche con lo scopo di adeguare la normativa italiana a quella degli altri Paesi europei; la legge riconosce espressamente valore ad alcune normazioni tecniche private, come le norme tecniche di sicurezza dell’Ente italiano di unificazione (UNI) e del Comitato elettrotecnico italiano (CEI).
L’ambito elettrico ed elettronico è regolato dalla legge 186/68, costituita da due soli articoli: il primo stabilisce che tutti gli impianti e tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche devono essere realizzate in conformità alla regola dell’arte; il secondo recita che se gli impianti e le apparecchiature sono realizzati secondo le norme del CEI si considerano a regola d’arte.
L’uso domestico del gas è regolato dalla legge 1083/71 che, tra l’altro, all’art. 3 sancisce il principio generale per cui un impianto è considerato a regola d’arte quando è realizzato nel rispetto delle norme e tabelle UNI-CIG (Comitato italiano gas).
Vedremo nel seguito che la legge 46/90 stabilisce l’obbligo dell’installatore di rilasciare una Dichiarazione di conformità con la quale si assume la responsabilità che

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01/01/2008