a cura di Anacleto Flori
Un secolo ben portato
Roma. Correva l’anno 1907 quando il ministero dell’Interno, in occasione del passaggio allo Stato delle principali ferrovie private, istituì i cosiddetti “Commissariati compartimentali di ps” con compiti di prevenzione e repressione dei reati legati al trasporto su binari. Era la nascita di quella che negli anni sarebbe diventata la nostra cara Polfer: un percorso lungo un secolo dagli anni della “Milizia ferroviaria” del regime fascista all’istituzione, nel 1945, di una speciale Divisione della polizia ferroviaria fino al definitivo inquadramento del personale ferroviario (con il dl del capo provvisorio dello Stato del 10 luglio 1947 n. 687) nel Corpo delle guardie di pubblica sicurezza. Cent’anni di storia, di tradizione e di professionalità che hanno contribuito a fare della Polfer un punto di riferimento insostituibile per la sicurezza di tutti coloro che scelgono di lasciare a casa l’auto e di viaggiare a bordo dei treni. Un ruolo ribadito nel corso di due giornate di incontro tra il Gruppo delle Ferrovie dello Stato e la polizia su “Sicurezza ferroviaria: le sinergie operative” che si sono tenute il 7 e l’8 novembre presso la sala Salesianum alla presenza di Luciano Rosini, direttore della Direzione centrale per la polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i Reparti speciali e di Guido Nicolò Longo, direttore del Servizio centrale polizia ferroviaria. Al centro dei lavori, aperti dal saluto del capo della Polizia, Antonio Manganelli, il problema della sicurezza in ambito ferroviario, ma anche le nuove tecnologie messe a disposizione degli operatori, lo sviluppo del trasporto su binari, l’assistenza alla clientela e le particolari criticità legate agli spostamenti in occasione di manifestazioni sportive e politiche. Inoltre a rafforzare la storica collaborazione tra i due enti è giunta la nuova convenzione siglata al Viminale dal prefetto Manganelli e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato
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