Raffaele Lupoli

Ecologia in pubblico

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Acquisti verdi, risparmio energetico, ricorso alle rinnovabili. Così enti statali e amministrazioni locali fanno i conti con la tutela dell’ambiente

Sapete qual è il primo comune al mondo completamente illuminato dai led e senza inquinamento luminoso? State pensando alla futuristica New York del sindaco Bloomberg? O alla superecologica Friburgo, in Germania? Ebbene no. Per trovarla basta percorrere molti meno chilometri, fino al Parco nazionale del Cilento. Il comune in questione si chiama Torraca: i suoi 1.411 abitanti da agosto usano solo illuminazione a led, peraltro prodotta a un tiro di schioppo dall’Elettronica Gelbison di Ceraso, un altro comune del parco. La bontà di questi dispositivi si basa sulla loro potenzialità di ottenere tanta luce (quattro volte maggiore di quella delle lampade fluorescenti) a un prezzo basso. “Risparmiamo il 70% – racconta il giovane sindaco Daniele Filizola – mantenendo un’elevata efficienza ed affidabilità. La durata di un led è molto superiore a quella delle classiche sorgenti luminose e necessita di minor manutenzione”.

La carica del Gpp
L’esempio di Torraca è solo l’ultimo e il più innovativo caso di ente pubblico attento alle questioni ambientali. Nel nostro Paese si fa sempre più largo, infatti, il cosiddetto Green public procurement (Gpp). Questa sigla, tradotta in italiano con “acquisti verdi della pubblica amministrazione”, indica tutte le iniziative che Comuni, Province, Regioni, organi statali, consorzi e aziende pubbliche sono chiamati ad assumere nelle scelte di prodotti e servizi per rispettare criteri ambientali e sociali riorientando e riducendo i consumi. Gli edifici a basso consumo energetico, i computer, gli arredi per ufficio, i trasporti pubblici a basso impatto, sono solo alcuni esempi di settori che riguardano gli appalti pubblici verdi. A questo scopo possono essere di grande utilità regole sugli appalti, prescrizioni negli acquisti, sistemi di controllo e certificazione, norme di comportamento per i propri uffici e dipendenti, al fine di facilitare il raggiungimento dei tre obiettivi indicati.
“Il Gpp si allinea alla strategia di Lisbona (alla presidenza della Ue per il semestre in corso, ndr) – spiega Riccardo Rifici del ministero dell’Ambiente – che prevedeva un’economia dinamica con attenzione agli aspetti sociali e ambientali con alla base la “conoscenza”. In Europa solo il 3% del pil è dedicato alla ricerca: la politica integrata di prodotto, che tiene conto del suo ciclo di vita, e le politiche ambientali in generale possono dare una forte accelerazione ai processi di innovazione”. Nel vecchio continente gli enti pubblici sono i maggiori consumatori spendendo circa il 16% del prodotto interno lordo dell’Unione. Utilizzando il loro potere di acquisto per scegliere beni e servizi che rispettino anche l’ambiente, l’accelerata verso il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile potrebbe essere notevole. Ad esempio se tutti gli enti pubblici dell’Ue richiedessero la fornitura di elettricità “verde” si eviterebbe di produrre l’equivalente di 60 milioni di tonnellate di CO2 (corrisponde al 18% rispetto agli impegni di riduzione gas serra dell’Ue in base al protocollo di Kyoto).

Como e i “rinnovabili”
Fra gli altri esempi recenti nel nostro Paese di enti pubblici ecologicamente corretti c’è Como, che da poche settimane ha posato sul tetto del Municipio e su quello della Biblioteca comunale 500 metri quadrati di pannelli solari. Si tratta del primo progetto del genere, per dimensioni, in Europa (ed è il 36˚ in tutto il mondo). Il progetto riguarda la realizzazione di due sistemi di climatizzazione che funzioneranno tutto l’anno. Attraverso una serie di pannelli solari sottovuoto verrà sfruttata l’energia che si accumula grazie all’irradiamento solare. Un sistema che, a pieno regime, concorrerà alla produzione del 30% dell’energia necessaria affiancandosi alle tradizionali fonti energetiche. Ma che consentirà anche un risparmio di 150 mila euro annuali e un forte abbattimento dell’anidride carbonica prodotta. Nel 2006 proprio Como era stato premiato da Legambiente come comune lombardo con il maggior numero di pannelli solari applicati ad edifici pubblici. Il dossier “Comuni rinnovabili” dell’associazione ambientalista racconta un’Italia dove su oltre 8.000 comuni solo 1.262 hanno installato sul loro territorio fonti rinnovabili. In tutto sono 127 i Comuni che hanno dotato di impianti solari termici le proprie strutture edilizie e 228 quelli che dispongono di impianti fotovoltaici. E Catania è il primo classificato grazie ad un incremento di 1.182 mq di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua installati in un solo anno (1.410 mq totali), superando i 930 mq di Roma e i 440 mq di Verona. Nella graduatoria del fotovoltaico, basata sulla potenza installata, troviamo invece al primo posto con 351 kW il comune di Napoli che supera la Capitale, ferma a 214,4 kW e che si attesta al secondo posto, seguita al terzo dal comune di Foggia con 180 kW.

Enti sostenibili
Non è facile fare una classifica delle amministrazioni impegnate nel Green public procurement, ma Ferrara merita senz’altro la palma della prima città italiana che ha investito negli acquisti verdi. L’amministrazione inizia a sperimentare l’utilizzo di fornitori di cibi biologici per due mense scolastiche fin dal 1994 con il progetto “Cibo-uomo-ambiente”, ben prima della legge finanziaria del 2000 che incentivava i comuni all’utilizzo del biologico. Due anni dopo, nel 1996, il Comune distribuisce a tutti i genitori un libro sull’esperienza condotta nelle due scuole pilota. Il progetto ha successo e l’esperimento si consolida, coinvolgendo anche altri settori della pubblica amministrazione.
Ferrara si è inserita in un network internazionale lavorando insieme all’amministrazione della cittadina danese di Kolding, che ha raggiunto il 100% degli acquisti verdi per quel che riguarda beni e servizi ed è impegnata a introdurre criteri ambientali anche nel settore dei lavori pubblici, attraverso la creazione di un sistema di controllo, monitoraggio e gestione dell’uso di energia elettrica e dell’acqua in edifici pubblici della municipalità (www.kolding.dk). È così che a Ferrara la scelta dello sviluppo sostenibile si allarga a quasi tutte le categorie di prodotti acquistati dall’amministrazione comunale: carta riciclata, mobili per ufficio usati, pulmini scolastici omologati secondo le norme anti-inquinamento euro 3, bici elettriche e automezzi comunali a metano. Anche il caffé nelle macchinette automatiche a disposizione degli impiegati viene dai circuiti del commercio equo e solidale.
Dal comune di Ferarra al caso di un’amministrazione provinciale, quella di Torino. Anche qui il Green public procurement ha fatto breccia: sono stati acquistati veicoli con la doppia alimentazione benzina-metano, si utilizzano carta riciclata e vernici ecologiche. Un percorso cominciato nel 2000, quando la Provincia di Torino si inserisce in un gruppo pilota creato dall’Agenzia nazionale per la protenzione dell’ambiente (oggi Apat). Nel 2002 si approva il piano per la sostenibilità, l’Agenda 21, e tra gli obiettivi viene inserita una politica di acquisti con criteri ambientali. Dirigenti e funzionari della Provincia si mettono al lavoro insieme a quelli di altri enti locali, a partire dal comune di Torino. Per un anno i referenti per gli acquisti di ogni amministrazione lavorano in gruppo. Alla fine del lavoro, nel 2004, viene stilato un protocollo d’intesa, sottoscritto dalle amministrazioni pubbliche, in cui ogni ente si impegna a inserire i parametri ambientali nei propri acquisti. Vengono così definiti due tipi di criteri: i requisiti minimi, che devono essere obbligatoriamente soddisfatti, e quelli che diventano metro di giudizio nelle gare pubbliche.


Dottori per l’ambiente
Immerso tra le colline della Toscana, nei pressi di Firenze, è sorto il primo ospedale biocompatibile d’Italia: il Nuovo Meyer. L’ospedale pediatrico verde (nella foto) coniuga sostenibilità, risparmio energetico e benessere per i piccoli degenti. “Fin dall’ingresso nella struttura ci si accorge di essere in un ambiente diverso – afferma il coordinatore, il professor Marco Sala del Centro interuniversitario – L’entrata dell’ospedale e lo spazio per l’accoglienza sono costituiti da una serra bioclimatica fotovoltaica. Soluzione che è stata premiata dal ministero dell’Ambiente come modello di integrazione architettonica del solare nelle nuove costruzioni”.
Per illuminare al meglio, e con maggior risparmio, le stanze dei degenti sono tutte rivolte a sud e particolari accorgimenti sono stati presi per convogliare dall’alto la luce solare. La zona che ospita i locali tecnici è parzialmente interrata per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Questa soluzione permette, tra le altre cose, una minore dispersione di calore. Nel nuovo edificio il risparmio energetico è del 50% per il riscaldamento, del 75% per il raffreddamento e dell’80% per i consumi elettrici. Il tutto portando a zero l’emissione di CO2.
Tetto ventilato, infissi per ombreggiamento e griglie per la ventilazione notturna nei mesi estivi e sistemi tecnologici avanzati di gestione della temperatura e dell’illuminazione sono gli ingredienti principali per la ristrutturazione ecologica dell’edificio esistente, Villa Ognissanti. Le soluzioni adottate, complessivamente, permetteranno di ridurre le emissioni di CO2 del 55% per il riscaldamento, del 45% per la climatizzazione e del 40% per l’illuminazione. Così, oltre a quella dei degenti, ci si fa carico anche della salute del pianeta.


Polfer in verdemoto
Da più di un anno e mezzo la polizia ferroviaria ha un nuovo strumento per muoversi in modo ecologico e più veloce: il Segway (foto a fianco). È una specie di monopattino con due grandi ruote parallele che viene utilizzato per gli spostamenti all’interno delle principali stazioni ferroviarie. Garantisce un migliore e più incisivo servizio di vigilanza in quanto aumenta la mobilità e la visibilità delle pattuglie. Dotato di un motore elettrico silenziosissimo, raggiunge una velocità massima di 20 Km/h con una autonomia di qualche ora. Il ciclo di ricarica della batteria, mediante l’utilizzo di una normale spina elettrica da inserire nella rete 220V, dura 6 ore.
01/11/2007