Alessandra La Rosa*

La banca che mancava

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L’istituzione in Italia di un database nazionale del Dna rappresenterà un passo avanti decisivo per la cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo

Anche nel nostro Paese appare sempre più concreta l’istituzione della banca dati nazionale del Dna, già realizzata in quasi tutte le nazioni europee, riconosciuta dallo stesso ministro dell’Interno Giuliano Amato quale strumento “... che consente di aumentare notevolmente le percentuali di identificazione degli autori dei crimini”.
È questa la premessa per la creazione del sistema che opererà, per l’aspetto giudiziario, l’inserimento dei profili genetici ignoti estrapolati dalle tracce trovate sulla scena del crimine e di quelli di individui arrestati per gravi reati di violenza che prevedono una pena superiore ai tre anni (la cui gestione verrà autorizzata dall’autorità giudiziaria e resa consultabile solo dalla magistratura e dalle forze di polizia). Per l’aspetto preventivo e identificativo verranno invece inseriti i dati genetici dei cadaveri non identificati e dei consanguinei delle persone scomparse.
L’annuncio del testo del disegno di legge, che è stato presentato recentemente dal Governo al Consiglio dei ministri, è coinciso con la conclusione del 27° convegno del gruppo di lavoro in ambito Enfsi degli esperti forensi del Dna e del gruppo di esperti universitari europei dell’Ednap, che si è svolto il 13 e 14 settembre presso la sede della Direzione ...


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01/11/2007