Rita Di Giovacchino

Famiglia nera

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Cosa può spingere madri, padri, figli a diventare degli assassini. Storie dove esplode la violenza. Da Maso all’omicidio di Garlasco, trent’anni di delitti che hanno segnato la cronaca nera nel nostro Paese

Storie micidiali di uomini e donne che all’improvviso impugnano un coltello, un martello (più raramente una pistola) e uccidono. Perché lo fanno? Ce lo siamo chiesti tante volte varcando l’uscio di una casa dalle mura sporche di sangue, di fronte a scene da overkilling di inaudita violenza. C’è chi sostiene che non c’è nulla di nuovo nell’interesse morboso che questi eventi suscitano, che sempre i fatti di sangue che coinvolgono la gente comune hanno suscitato fascino e orrore e sono stati seguiti dall’opinione pubblica in modo quasi ossessivo. Ancor prima dell’avvento della televisione. All’inizio dello scorso secolo nelle aule delle Corti d’assise, dove si celebravano processi sui grandi delitti, venivano addirittura serviti thè e pasticcini per sostenere le signore che non intendevano perdere neppure una battuta delle udienze. Qualcosa di molto simile a quello che è successo a Torino per il processo Cogne. E ancor prima, durante la Rivoluzione francese, c’erano le tricoteuses che la sera prima di un’esecuzione, nel recarsi sul luogo dove veniva allestita la ghigliottina, portavano con sé il lavoro a maglia.
Niente di nuovo dunque ma, inutile negarlo, la televisione ha velocizzato i tempi dell’informazione, facendo sì che l’evento luttuoso raggiunga ogni casa quasi in diretta e questo inevitabilmente brucia ogni possibilità di riflessione ...


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01/11/2007