a cura di Antonella Fabiani

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Vittorio Pisani
Informatori, notizie confidenziali e segreto di polizia
Presentazione di G. Riccio
Milano, Giuffrè Editore, pp. 247, € 23,00
Sebbene si perda nei secoli la nascita dell’utilizzo dell’informatore nel lavoro di investigazione, questa figura ancora oggi è priva di riferimento disciplinare, in parte a causa di pregiudizi morali e culturali. Infatti l’informatore (o confidente) non ha riferimenti disciplinari nella normativa procedurale penale e non assume nessuna veste soggettuale nel dibattimento, a meno che non diventi formalmente “testimone”. Solo l’articolo 203 del cpp (che tutela il segreto di polizia) consente alla polizia giudiziaria di mantenere anonime le fonti confidenziali. Di norma infatti l’investigatore durante il dibattimento non identifica mai l’informatore ma lo cita con la formula “fonte confidenziale solitamente ben informata”. L’autore del libro, dirigente della Squadra mobile della questura di Napoli, analizza efficacemente la questione sollevando il problema del “giusto processo”, con particolare riferimento alla impossibilità della difesa di poter verificare in contraddittorio l’entità della fonte confidenziale. L’esame si basa su una documentata letteratura giurisprudenziale sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico che processuale.

Pietro Grasso
Francesco La Licata
Pizzini veleni e cicoria
La mafia prima e dopo Provenzano
Milano, Feltrinelli Editore, pp. 174, € 13,00
Una conversazione a tutto campo tra il magistrato Pietro Grasso e il giornalista, inviato de L

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01/10/2007