Riccardo Lezzerini
Soldi sporchi
La normativa antiriciclaggio, alla luce delle novità introdotte dalla III Direttiva europea sui proventi di attività criminose e finanziamento al terrorismo
Premessa
Il riciclaggio di denaro proveniente da azioni illegali, caratterizzato per la sua diffusione a livello globale (con stime di “fatturazione” annuale calcolate tra il 7 e il 10% del Pil mondiale), oltre ad essere il più importante canale con cui le organizzazioni criminali e, più recentemente quelle terroristiche, alimentano l’economia sommersa ed espandono le più svariate imprese delittuose, costituisce uno dei più pericolosi fattori di rischio, di distorsione e inquinamento per l’intero mondo economico e finanziario.
È bene ricordare che l’attività di riciclaggio si sostanzia ogni qualvolta, attraverso una serie di operazioni economico-finanziarie di vario genere, venga nascosto, occultato e ostacolato l’accertamento sulla eventuale illecita provenienza di denaro, beni e altre utilità, ad opera di soggetti che intervengono nella seconda fase di gestione delle risorse finanziarie e nella fase di “ripulitura” delle stesse.
Evoluzione normativa
Dall’introduzione con dl 21 marzo 1978, n. 59 nell’ordinamento penale italiano come tipica fattispecie criminosa di delitto (art. 648 bis cp), con cui furono inizialmente individuate quattro tipologie di reato presupposto, la lotta incisiva al riciclaggio di denaro sporco figura fra gli obiettivi fondamentali delle politiche di contrasto alla criminalità organizzata, prima con la legislazione antimafia introdotta con la legge 19 marzo 1990, n. 55 e, successivamente, con gli adempimenti imposti dalla Convenzione di Strasburgo del settembre 1990.
Con tale Convenzione i Paesi membri si impegnarono ad adottare provvedimenti di carattere legislativo che permettessero di identificare e perseguire nuove e più estensive attività connesse al reato di riciclaggio, nonché ad applicare più sofisticati strumenti per l’individuazione dei comportamenti finalizzati a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa di denaro o altri beni, già oggetto delle 40 Raccomandazioni elaborate nel