Una rete per vincere le sfide

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A Messina una caserma della polizia intitolata a Nicola Calipari, l’eroico funzionario ucciso a Baghdad, una Messa solenne e un concerto della Banda a Reggio Calabria, la città che ha ospitato quest’anno l’edizione nazionale della Festa di San Michele Arcangelo, patrono della polizia e guardiano contro le forze del male. Poi, nei giorni 28 e 29 settembre, in tutte le città il “Family day”, l’incontro tra le famiglie e i poliziotti. Un insieme di manifestazioni e il saluto via Intranet del capo della Polizia a tutti gli operatori.
Nel suo discorso il prefetto Antonio Manganelli ha richiamato aspetti personali della sua carriera di poliziotto, ricordando come tutto sia passato attraverso una profonda condivisione di ideali e di azioni: “Momenti belli e brutti, dolori, amarezze, successi, soddisfazioni, delusioni e poi, d’un tratto eccomi qui, chiamato a dirigervi, voi che, in fondo, con la vostra attività, con la vostra passione, con il vostro stare insieme mi avete insegnato a dirigervi”.
Ma è sulla sicurezza diventata ai nostri giorni sinonimo di qualità della vita che il capo della Polizia ha insistito molto. Non vi è l’una senza l’altra ed entrambe sono indispensabili allo sviluppo socio-economico del Paese.
“È cambiato il concetto di criminalità” – ha ricordato Manganelli – “oggi si percepisce come criminale qualsiasi atto di aggressività, anche solo verbale, qualsiasi atto di inciviltà”. Terrorismo interno e internazionale, la nuova strutturazione planetaria del crimine organizzato e del narcotraffico, la criminalità diffusa, quella di strada sono “attentati” alla serena convivenza.
Di fronte a queste realtà la strada obbligata è aderire, con il cuore, la mente e l’anima ai progetti. Un appello forte, intenso, quello di Manganelli: “Quando diciamo che bisogna mettere l’anima nei progetti intendiamo dire che dobbiamo essere convinti di lavorare per questi progetti e dobbiamo farlo insieme, in serenità, in armonia, aiutandoci a superare le difficoltà”.
Poi ha rilanciato l’obiettivo, già espresso nell’atto del suo insediamento, di creare una rete. Cioè incollare il centro con la periferia: “Queste due realtà camminano a volte a velocità diverse, con diversi obiettivi e differenti sensibilità”. La rete significa fare squadra, creare percorsi in sintonia. Insomma il dialogo, il confronto, lo scambio ma soprattutto la rete del fare. Tutti insieme, per vincere le sfide, ciascuno nel proprio ruolo, con tutte le forze sociali, gli enti locali, le associazioni di categoria, le associazioni del volontariato. Le infinite forze sane della società.
01/10/2007