Anacleto Flori
A prova di Cnaipic
Attivato il Centro della polizia postale e delle comunicazioni per difendere le infrastrutture critiche dagli attacchi informatici. Uomini superspecializzati nella caccia ai pirati della Rete
Le luci della città si spengono una dopo l’altra come tessere di un immenso domino e in un attimo tutto piomba in un’oscurità irreale. Si capisce subito che sotto c’è qualcosa di diverso dal temuto blackout da sovraccarico energetico: niente più acqua dai rubinetti o gas dai fornelli, i telefoni e i cellulari rimangono desolatamente muti, mentre perfino i tracciati dei radar delle torri di controllo del vicino aeroporto spariscono all’improvviso.Lo scenario è quello catastrofico di un attacco attraverso la Rete al funzionamento delle strutture nevralgiche delle nostre città: l’erogazione di acqua, gas metano, energia elettrica sono sospesi così come i servizi di trasporto e di telecomunicazione, con il conseguente sconvolgimento della normale vita quotidiana. Un rischio che non è mai stato così reale. Da qui la scelta di individuare all’interno del Servizio di polizia postale e delle comunicazioni, diretto dal dirigente superiore Domenico Vulpiani, un Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic): dodici uomini altamente specializzati, guidati dal vice questore aggiunto Tommaso Palumbo, che costituiscono il punto di forza di una struttura in funzione ventiquattro ore su ventiquattro, destinata a combattere i colpi di una criminalità informatica sempre più minacciosa e agguerrita. Una sorta di partita a scacchi fatta di mosse e contromosse che, visto il tipo particolare di reati e di criminali da affrontare, si gioca ovviamente sul piano della repressione ma soprattutto su quello ancora più importante della prevenzione. Una capillare opera di monitoraggio della Rete e un occhio attento alle cosiddette attività underground, dalle quali ricavare informazioni sulle nuove tecniche di hackeraggio, capaci di fare il giro del mondo in meno di un’ora. Per l’attività di prevenzione il Cnaipic può sempre contare sulla raccolta di informazioni che arrivano dai diversi uffici di specialità della Polizia di Stato sparsi sul territorio. Ogni notizia che riguarda l’universo dell’hacking, e in particolare quello che potrebbe prendere di mira le attività nevralgiche del Paese, viene attentamente esaminata e valutata, così come avviene per le informazioni di intelligence che arrivano attraverso le collaborazioni estere. “Il Servizio di polizia postale e delle comunicazioni – dice infatti Domenico Vulpiani – fa parte di una struttura interna al G8, il sottogruppo High tech crime, costituita da oltre 50 polizie internazionali specializzate nel contrastare i reati informatici. Una cooperazione indispensabile che ci permette di facilitare e vel ...
01/09/2007