a cura di Anacleto Flori

Per la sicurezza di tutti

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Roma. Ci sono numeri che hanno fatto la storia del nostro Paese, come l’ambitissimo 13 del Totocalcio (soppiantato ora dal 6 del Superenalotto), il sospirato 27 del mese (sinonimo di busta paga) o l’84 di un famoso liquore in voga negli anni ’70. Ma c’è un altro numero che ha attraversato la storia recente, pervadendo le nostre case e le nostre vite: il 113 del soccorso pubblico della polizia. Inaugurato il 1° marzo del 1968, queste semplici tre cifre hanno davvero rappresentato per la polizia, pure apertamente attaccata dalla contestazione studentesca, una piccola rivoluzione democratica, garantendo a tutti i cittadini, di ogni parte d’Italia, la certezza di un intervento tempestivo delle forze dell’ordine. A ripercorrere la storia di quasi quarant’anni di chiamate, sale operative, comunicazioni radio e sgommate di volanti per accorrere in soccorso dei cittadini in difficoltà, ci viene ora in aiuto un libro scritto a quattro mani da Annibale Paloscia, giornalista e appassionato di storia della polizia, e Roberto Sgalla, direttore dell’Ufficio relazioni esterne della Polizia di Stato, e presentato alla stampa nelle scorse settimane. “Il 113 è stato uno straordinario successo – scrive nella prefazione del volume il prefetto Giovanni De Gennaro – e ha rappresentato una svolta storica. Non a caso il suo ideatore Angelo Vicari volle che quel numero fosse impresso sulle volanti”. Un succe

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01/07/2007