Marco Cannavicci*

Nel nome di Satana

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Diavoli e demoni hanno attraversato la nostra storia. Ancora oggi uomini e donne di ogni età cadono in mano alle sette che tra riti orgiastici e sacrifici umani danno sfogo alla propria sete di potere

Nella storia dell’umanità il Diavolo è da sempre una presenza costante: fin dai tempi remoti l’uomo ha sentito l’esigenza di dare un nome a ciò che per lui era male. Dapprima ha identificato il male fisico (il dolore), poi quello morale (il peccato) ed infine quello metafisico (la malvagità), personificandolo spesso in un’unica divinità negativa. Dolore, peccato e malvagità sono stati racchiusi in un solo essere: il Diavolo, il grande nemico del genere umano, l’oppositore di Dio e del bene, presente sia nelle religioni occidentali che orientali, anche se con caratteristiche e denominazioni diverse. Satana (altro nome di Lucifero, l’angelo ribelle precipitato all’inferno) ha attraversato i secoli in compagnia dell’uomo, raccogliendo intorno a sé e ai suoi diavoli (Astaroth, Azazel, Asmodeo, Belfagòr, Mefistofele) numerosi accoliti. Secondo alcune leggende Satana è un bifronte, come Giano: una delle sue facce è accigliata, austera, malinconica, l’altra ride o sorride continuamente. Fra i secoli XV e XVII un buon numero di streghe (o coloro accusate di esserlo) aiutò a definire il ritratto del Diavolo. Alcuni dei particolari riportati nei loro racconti si ripetono con costanza, benché la maggioranza di esse fosse analfabeta e non avesse potuto neppure attingere alla tradizione religiosa: María Azpileta, una bella strega basca di diciannove anni, incarcerata e uccisa a Hendaya alla fine del secolo XVI, affermò che il Diavolo ha due facce: la seconda si trova nel sedere ed è proprio questa che viene baciata in segno di sottomissione dai partecipanti del sabba. Non mancano poi descrizioni del Diavolo che lo vogliono con un portamento arrogante, ma anche con maniere dolci e posate, vestito da gran signore o nella sua forma di caprone, aspetto che assumeva solo durante le feste notturne del sabba. Quando era convocato di giorno per stipulare patti e decidere servigi, assumeva la forma di un malinconico cane nero, mentre di notte preferiva presentarsi in forma di gatto dal pelo arruffato. È poi possibile immaginare che il Diavolo sia una specie di “ermafrodita”, visto che può manifestarsi sia sotto forma maschile sia sotto forma femminile. 
Streghe e maghi, satanisti e demonologi, veggenti e demiurghi costituiscono, per così dire, l’esercito terreno di Satana e per il semplice fatto di evocarlo, di credere in lui o semplicemente di temerlo, stabiliscono una relazione preferenziale con questo angelo decaduto.   
Durante l’inquisizione, in un clima di superstizione e di “crociata” contro il male, stregoni e streghe vennero cacciati, stanati, torturati, fatti confessare ed infine “purificati” con la morte. Sino alla seconda metà del Settecento i roghi, le impiccagioni insanguinarono i secoli. Poi con l’avvento dell’Illuminismo la lotta a Satana ed ai satanisti, ha cambiato caratteristiche: gli uomini religiosi ed in particolare gli esorcisti hanno combattuto la battaglia contro un d ...


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01/06/2007