Giuseppe Colasanto*

"A rapporto" dal Capo

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Giovanni De Gennaro incontra i commissari del 95° corso a pochi mesi dall’inizio dell’incarico. Il valore della verifica tra vertici e collaboratori

Un aneddoto ebraico racconta di un uomo che una sera a passeggio per strada notò una persona che cercava qualcosa sotto un lampione. Avvicinatosi gli chiese cosa stesse cercando. L’altro rispose che aveva perso le chiavi di casa. Allora il passante gli domandò dove esattamente gli erano cadute e l’uomo, indicando una zona buia e piena di arbusti, disse: “Ecco mi sono cadute pressappoco lì”. Il passante stupito gli chiese: “Ma allora perché le sta cercando sotto il lampione?”. “Ma perché qui c’è la luce”.
Una piccola storia che mi è tornata alla mente quando il capo della Polizia, Giovanni De Gennaro, ha “convocato” il mio corso, il 95° commissari al termine dei due anni di studi alla Scuola superiore di polizia di Roma e dopo pochi mesi di servizio.
Alla fine dell’incontro, l’aneddoto del lampione mi è sembrato proprio la giusta chiave di lettura di corsi come il nostro, così lunghi e impegnativi. Ho pensato che è facile cercare le cose dove c’è la luce, tutti ne sono capaci. Più difficile è scandagliare dove è buio, dove si incontrano più ostacoli. E ho capito che solo con un corso come il nostro è possibile cercare nelle asperità noi stessi e gli strumenti per interagire con difficoltà e problemi, mettendo in campo quelle qualità in più che una società articolata come la nostra richiede oggi al “funzionario di polizia”.
Ma veniamo all’interessante cronaca di una giornata fuori dal comune. In quello che i cultori della managerialità chiamano debriefing, un importante momento di verifica tra vertice e collaboratori, il prefetto Giovanni De Gennaro, insieme al vice capo della Polizia Antonio Manganelli, ha voluto ascoltare le nostre esperienze ma anche risultati, proposte e riflessi ...


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01/06/2007