Roberto Massucci*

Calcio: giro di vite

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Consolidare le sinergie tra sport e istituzioni con l’impiego di forze dell’ordine e steward. Le strategie dell’Osservatorio e i primi risultati

Dopo i drammatici episodi accaduti durante lo svolgimento della gara tra Catania e Palermo, caratterizzati da un’intollerabile guerriglia urbana, il calcio è giunto ad una svolta. Sono cambiate le priorità nelle strategie di prevenzione della violenza negli stadi, la sicurezza innanzitutto e maggiore condivisione tra tutte le componenti interessate all’evento sportivo. La gravità della situazione riguarda tutti, anche coloro che non vanno allo stadio ma semplicemente viaggiano in treno o entrano in un autogrill. Ecco perché più componenti istituzionali sono state chiamate a mettere in campo una complessa progettualità, attraverso la quale giungere all’emanazione di provvedimenti idonei ad affrontare il problema nel breve, nel medio e nel lungo periodo.
In questi anni sono state condotte numerose analisi sui comportamenti delle tifoserie violente, ma nessuna di esse ha ancora consentito di tipicizzarne con esattezza l’estrazione sociale o quella politica, poiché i gruppi violenti si muovono all’interno delle proprie realtà locali e da esse ne acquisiscono i tratti identificativi. Le connotazioni assunte da questi gruppi, che variano a seconda del tessuto sociale di appartenenza del quale, in genere, ne sono espressione, sono tuttavia accomunate da dinamiche comportamentali che rispondono alle logiche tipiche del “gruppo”.
Ne consegue che le strategie di contrasto devono tendere a rompere tali “logiche”, facendo leva soprattutto sul fatto che proprio i gruppi sono prevalentemente costituiti da giovani, come dimostrano i dati sull’età dei tifosi arrestati e denunciati i cui comportamenti, nei momenti di aggregazione, vengono facilmente condizionati da pochi facinorosi. È essenziale isolare i violenti all’interno delle curve, attraverso una presa di coscienza di tutti gli spettatori quali individui titolari di un proprio spazio negli stadi.
In tale ottica la “messa a norma” degli impianti è condicio sine qua non per garantire la sicurezza in occasione di eventi sportivi. Le forze di polizia, in passato, hanno sopperito anche a carenze strutturali degli stadi, divenendo esse stesse oggetto dell’astio e dell’animosità delle frange più violente delle tifoserie, fino a giungere a estreme conseguenze. È, infatti, ampiamente noto come le misure di adeguamento strutturale degli impianti sportivi alla normativa prevista dai cosiddetti “decreti Pisanu” abbiano trovato difficoltà di applicazione; alcune di q ...


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01/04/2007