Gioco al massacro

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Queste storie di dolore e di morte i giornali ce le raccontano nelle edizioni del lunedì mattina. È questo il giorno dei bilanci. Si tirano le somme dei morti e dei feriti nei week end. Sono storie monotone nella loro assurda tragicità. Sempre uguali, sempre con visioni apocalittiche di automobili a pezzi, accartocciate, disintegrate. Sangue e olio sull’asfalto. Lenzuoli bianchi per coprire i corpi delle vittime, imprigionati nelle lamiere. Dentro queste immagini ci sono i poliziotti della stradale: il metro in mano, il blocco per ricostruire l’accaduto, le torce luminose per segnalare il teatro del massacro. Ogni sabato, ogni domenica si compie il rito sacrificale della morte più stupida e inaccettabile, quella che si porta via dei giovani e dei giovanissimi per eccesso d’euforia, per imperizia scambiata per bravura, per malinteso senso dell’invulnerabilità. Non sono fatti: questo è un fenomeno. Grave, in espansione, allarmante. Dietro ogni colpo di falce c’è una discoteca, un bicchiere troppo alzato, l’uso e l’abuso (ma è sempre abuso) di eccitanti se non di droghe dure, un flash, un lampo, un brivido di onnipotenza e poi la nebbia, nebbia dentro il cervello e nebbia sulla strada: una miscela esplosiva, mortale. Prevenzione, repressione, campagne pubblicitarie, azioni mirate di dissuasione, hanno inciso sulle stragi. In realtà hanno soltanto scalfito un fenomeno che tarda ad arginarsi e che richiede, da qui in avanti, una tolleranza zero, una vigilanza senza maglie larghe, una repressione a largo raggio. Tutti possono e devono concorrere a spezzare questa spirale. Una paletta e un fischietto con test incorporato possono molto, d’accordo, ma molto di più può e potrà una diffusa consapevolezza che sulla strada occorre adottare comportamenti responsabili, a norma di codice, e che lo svago di una sera non può trasformarsi, per infantile sottovalutazione dei rischi, in tragedia permanente. Le famiglie di questi giovani devono imporre il rispetto della legge, i giovani devono rendersi consapevoli che una bravata da finti campioni del volante, può seminare morte e distruzione. La Polizia di Stato è in prima linea sul fronte di questa battaglia. Tuttavia è indispensabile che ciascuno, in ogni momento, tenga le mani sul volante e la testa sulla strada: mani salde e testa lucida. Le notti brave lasciamole ai film.
01/04/2007