Antonella Fabiani

I volti dell’usura

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Imprese, piccoli commercianti ma anche intere famiglie. Tante le vittime che ogni giorno finiscono nel giro degli strozzini. I risultati e le iniziative di contrasto al fenomeno

Ogni anno quarantamila aziende chiudono i battenti nel nostro Paese. Per la maggior parte piccole e a conduzione familiare; molte di loro, in difficoltà economiche, si erano rivolte agli usurai nella speranza di non fallire. Ma dal vertiginoso giro del mondo dell’usura è difficile e in qualche caso impossibile uscirne. A lungo andare gli effetti possono essere drammatici sia per il singolo individuo sia per l’impresa. L’usura può portare alla chiusura delle attività economiche o anche al suicidio delle persone che non reggono più la pressione e preferiscono una scelta tragica.
A fare recentemente il punto del mondo dello “strozzo” nel nostro Paese un volume, (L’usura, le usure. Tempi, modi e luoghi di un fenomeno antico e moderno, scritto da Linò Busà e Bianca La Rocca, edizioni Commercio) che ne ripercorre le radici a partire dall’antichità fino ai nostri giorni e la sua distribuzione geografica.
L’indagine fotografa una Italia ancora schiava di questo fenomeno, vivo soprattutto nel Sud, che attecchisce in una situazione generale di sovraindebitamento delle imprese e delle famiglie, diffuso su tutto il territorio nazionale, che ricorrono al circuito usuraio per pagare i debiti. In particolare queste ultime sia per una effettiva perdita del potere di acquisto sia per un uso non sempre consapevole del proprio denaro, si trovano a disperdere i propri risparmi e ad accendere dei prestiti. Se l’indebitamento supera una determinata soglia diventa rischioso e allora le probabilità di cadere in mano all’usuraio sono maggiori.
La crisi dell’economia, la cadu ...


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01/03/2007