Alessandra Vaccari*

Nel segno di Giulietta e Romeo

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L’azione della polizia e la solidarietà dei cittadini hanno permesso a Verona di superare i vecchi problemi legati alla droga e alla prostituzione

Verona, la città di Giulietta e Romeo, 260 mila abitanti del laborioso nordest. Ne sono passati di anni da quando questa città era definita la Bangkok d’Europa, crocevia per scambi di eroina, dove in ogni strada, soprattutto nella storica piazza delle Erbe, il buco era libero con utilizzo dell’acqua della fontana pubblica.
Oggi a Verona si respira un’aria diversa. Lo sa bene il questore Luigi Merolla, in città da novembre 2003, dopo anni al Sud. Basta considerare le cifre degli omicidi che accadono in un anno, difficilmente superano la decina, e quasi sempre purtroppo il contesto è familiare.
Qui, con un paio di operazioni, polizia e magistratura hanno smantellato negli anni Novanta le organizzazioni locali che tenevano in mano il traffico degli stupefacenti. Centinaia di persone in carcere. È stato un ciclone giudiziario che ha smantellato il tessuto dei vecchi delinquenti, minando per sempre la loro possibilità di riaggregarsi.
Il mercato della droga a Verona c’è ancora. È nelle mani degli immigrati soprattutto maghrebini che alle volte si uniscono a immigrati dell’Est, usando, pensate un po’, per la bassa manovalanza galoppini italiani spesso tossicodipendenti che così si ricavano la loro dose di droga.
È forse l’immigrazione il nuovo fenomeno da tenere monitorato. E se, come spesso sottolinea il questore, nella maggior parte dei casi l’immigrato a Verona lavora contribuendo ampiamente all’economia locale, dall’altro c’è anche una fe ...


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01/01/2007