Alice Vallerini

No profit, stop al caos

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Più di ventimila organizzazioni non lucrative dimostrano che il terzo settore in Italia è in continua crescita. Urgono, però, regole più ferree

Riforma del codice civile nella parte relativa al no profit, spinta sulle cosiddette “attività di utilità sociale”, semplificazione legislativa per un lavoro più snello del terzo settore unito a un buon rapporto con le pubbliche amministrazioni. E ancora:  messa a punto di un sistema di garanzie e controlli per salvaguardare i tanti interessi in gioco, formulazione di incentivi fiscali allettanti per l’erario e capaci di stimolare la fiducia dei donatori. Un elenco lunghissimo, quello relativo alle linee guida per una possibile rivoluzione del terzo settore, contenuto nel Libro Verde dell’Agenzia per le Onlus, ovvero dell’Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, istituita nel 2002 con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri con l’obiettivo di indirizzare e controllare la corretta osservanza della disciplina legislativa da parte degli “enti del terzo settore”. Il volume è stato presentato all’ultima edizione del ComPa, il salone della comunicazione della pubblica amministrazione, a Bologna, e successivamente illustrato di persona dal presidente dell’Agenzia Lorenzo Ornaghi anche a Roma, alla presenza di politici e autorità di settore.
Oltre a scattare una fotografia nitida dell’intero e complesso mondo del no profit (una galassia fatta di 235.232 istituzioni, cresciute del 283% dal 1991 al 2001, con entrate per 37,8 miliardi di euro) il Libro Verde va dritto al punto: mettere insieme una serie di proposte operative per dare risposte concrete ai problemi del settore. In primis, le complicazioni burocratiche, la confusione dovuta a una normativa scoordinata, le frequenti truffe nel campo. Rientra tra queste l’ultimo caso di “falsa onlus”  venuto a galla dalle cronache sotto il titolo di “scandalo Anni Verdi”: una struttura  qu

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01/01/2007