Caterina Carannante

Proposte e disegni

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Indagini a prova di Dna
Modifiche al codice di procedura penale per il compimento su persone viventi di prelievi di campioni biologici o accertamenti medici, di iniziativa del governo
Capelli, peli e saliva potranno essere prelevati nel corso delle indagini e utilizzati come elemento di prova. L’autorità giudiziaria avrà infatti la possibilità di disporre l’esecuzione obbligatoria del prelievo di materiale biologico o di accertamenti medici, che potranno essere effettuati non solo sugli indagati e gli imputati, ma anche sulle persone offese, con l’obiettivo di determinare l’impronta del dna dell’individuo. Il profilo genetico ottenuto potrà quindi essere raffrontato con quello ricavato dalle tracce raccolte sulla scena del crimine, a fini investigativi o di prova. È questa la novità fondamentale contenuta nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri ad ottobre scorso, che va ad incidere sull’assetto attuale del codice di procedura penale in materia di investigazioni.
I soggetti dovranno però essere informati almeno tre giorni prima della natura e del tipo di prelievo o di accertamento medico cui saranno sottoposti, nonché del reato per il quale si procederà. In ogni caso qualunque operazione dovrà essere eseguita in un contesto di piena tutela e in un’ottica di non invasività, “nel rispetto della dignità e del pudore di chi vi è sottoposto”.
Il provvedimento prevede che, anche nel caso in cui non vi sia il consenso d

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01/12/2006