Lisa Finocchiaro
Illusionisti d’identità
Si inventano una nuova vita ma non sono né impostori né truffatori. Come si manifesta e come si cura una delle patologie del nostro tempo, la mitomania
Era la fine degli anni ’80 e l’uso del “passi” elettronico era lungi dal venire. Fu facile per Mario B. farsi accogliere dalle suore infermiere della caserma romana di Castro Pretorio spacciandosi per cappellano della Polizia di Stato. Sicuramente più che alle anime dei poliziotti era interessato ai pasti gustosi preparati dalle consorelle, sebbene non lo facesse solo per mero tornaconto di pancia: al confessionale sentiva con soddisfazione il potere di assolvere i peccati. Il gioco non è durato granché, il suo strano comportamento l’ha tradito dopo qualche mese. Molto più calato nella parte Gerhard L.V. che per ben 20 anni in Baviera ha esercitato il sacerdozio, pur non avendo mai messo piede in seminario: così oggi sono molti ad aver scoperto (e chissà se con sollievo) di essere stati sposati da quello che in realtà era un falegname. Un falegname che ha evidentemente scambiato l’amore di Dio verso l’umile Giuseppe di Nazareth per una promozione dell’intera categoria.
Più illusionisti che bugiardi
Il desiderio di proporsi pubblicamente come un’altra persona, di solito più importante potente e famosa rispetto a quello che si è in realtà, si indirizza anche verso professioni più laiche, pur sempre dotate di allure. Ed ecco falsi medici, finti funzionari, poliziotti posticci. Attenzione, però, a non confonderli con dei comuni truffatori o impostori. Sono persone affette da una patologia narcisistica che la psicoanalisi definisce mitomania, o pseudologia. Ci aiuta a capirla meglio lo psicoterapeuta Nicola Ghezzani: “Il mitomane inventa un’altra identità per sanare le ferite profonde del suo animo, legate all’autostima, non per trarre un qualche profitto o vantaggio materiale. Tutti noi, vivendo secondo necessità di ordine sociale, desideriamo che la nostra immagine pubblica, in termini scientifici l’ideale dell’io, sia la migliore possibile, per acquistare credito e ammirazione dagli altri. Purtroppo nel mitomane, così come nel megalomane, questo desiderio è esasperato