a cura di Anacleto Flori

Le radici della nostra storia

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Roma. La storia siamo noi, recitava una bella canzone di Francesco De Gregori di qualche anno fa. E proprio questi versi, queste semplici parole sembrano riecheggiare nel religioso silenzio del Sacrario della Polizia di Stato. Qui ogni anno, il 2 novembre, una corona di fiori viene deposta per ricordare l’altissimo prezzo pagato da tanti colleghi, colpevoli solo di aver fatto fino in fondo il proprio dovere. Dietro ogni nome, dietro ogni data incisi sulle piccole lapidi di marmo blu, c’è il ricordo di quegli uomini e di quelle donne, la storia della loro vita e della loro morte. Alcuni caduti nel corso di operazioni ricordate da tutti, altri invece autori di gesti destinati a restare nell’ombra.
Come quello che è costato la vita, nel silenzio di una maledetta notte d’agosto lontana dalle cronache e dai riflettori di stampa e televisione, a Laura Battisti, assistente della Polizia di Stato in servizio al settore fotosegnalamento del Gabinetto interregionale della polizia scientifica di Roma.
Quella notte a Pomezia, a pochi chilometri dalla Capitale, Laura non era di turno ma non ha esitato a scendere dalla sua auto per dare una mano alla pattuglia di carabinieri accorsa sulle tracce di alcuni ladri. Una breve ispezione sul tetto di un capannone e poi il crollo e lo schianto improvviso, la corsa all’ospedale, l’incredulità e la disperazione dei suoi familiari. Per ricordare il suo spirito di sacrificio, il suo straordinario senso del dovere il presidente della Provincia Enrico Gasbarra ha assegnato alla memoria della giovane collega il "Premio provincia Capitale" ritirato, per volontà dei familiari, dal questore di Roma, Marcello Fulvi. Un riconoscimento importante, il più alto istituito dall’amministrazione provinciale e destinato solo a quei cittadini che abbiamo dato lustro all’Italia. Ma Laura per il suo Paese ha fatto molto di più: ha dato la sua vita.

Settembre di festa
Tante, tantissime le cerimonie che si sono tenute in tutta Italia in occasione della giornata di San Michele Arcangelo, il santo patrono della Polizia di Stato e del Family day che ha aperto per un giorno le porte delle questure alla visita dei familiari dei dipendenti

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01/11/2006