Lorenzo Colantonio*

Nel laboratorio di Pescara

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La città di Gabriele d’Annunzio ed Ennio Flaiano, dove la sicurezza è sempre più un progetto di prevenzione e dialogo tra la polizia e la gente

La polizia nel laboratorio-Pescara, la piccola metropoli d’Abruzzo dove da dieci anni non ci sono omicidi e la vera scommessa è quella sociale. Nella città di Gabriele d’Annunzio ed Ennio Flaiano, dove però c’è microcriminalità e il traffico della droga;  sono state 222 le rapine nel 2005 e 55 quelle dall’inizio di quest’anno. Tutte, o quasi, compiute da tossicodipendenti armati di taglierino che puntano contro la gente per farsi consegnare denaro o monili preziosi, fuggono in sella a scooter o biciclette. Nella città-laboratorio, la polizia per combattere questi fenomeni ha deciso di investire molte risorse anche nel sociale; in poche parole, sulla prevenzione e il dialogo con la gente. “Questo tipo di lavoro svolto è significativo”, esordisce il questore, Dante Consiglio, “nel senso che a Pescara il motto la polizia vicina alla gente è stato messo in atto al cento per cento. In una città come il capoluogo abruzzese, in cui il problema principale è la droga con tutti i reati connessi – prosegue il questore – la nostra attenzione è rivolta verso i giovani. Ogni giorno cerchiamo di far capire ai ragazzi ciò a cui vanno incontro. Ecco perché i nostri poliziotti tengono conferenze nelle scuole per dialogare e scambiare idee con i giovani. E debbo dire che c’è un  ottimo ritorno perché in molte occasioni, i cittadini hanno collaborato con noi. È una buona strada che dà frutti”, dice ancora il questore che poi conclude affermando: “La sintesi di questo progetto di polizia di prossimità è racchiusa nella figura del poliziotto di quartiere. Se una mattina un commerciante non dovesse vedere passare davanti al suo negozio il poliziotto di quartiere immediatamente telefonerebbe in questura per chiederci dov’é il nostro amico in divisa?”.
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01/10/2006