Annalisa Bucchieri

L’era dell’automobilista sapiens

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Ottomila decessi in tre anni causa smog. Sotto accusa l’alta mobilità su strada in Italia. Ma esistono le soluzioni alternative

A dorso di un cammello nel deserto, in bici lungo un fiume, pieni della stanchezza sana di un trekking in montagna o di una traversata in barca a vela, forse ci ha folgorato per un attimo la rivelazione che per spostarsi non esiste solo l’automobile. Epifania estiva che andrebbe trasformata in saggezza per quando ritorneremo dopo le vacanze in città e ci aspetteranno i blocchi della circolazione. A suggerirlo sono le centraline delle polveri sottili che saltano continuamente dall’inizio della bella stagione. L’Apat (Agenzia protezione ambiente e territorio) ha già annunciato che secondo gli indicatori della Ue ci stiamo avviando all’ennesima infrazione, quindi multa comunitaria. Figuraccia ed esborso a parte, il fatto riguarda da vicino la nostra salute.

Quando muoversi è letale
Secondo uno studio reso pubblico dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), in Italia di smog si muore – circa ottomila decessi in tre anni – magari in maniera poco visibile come è invisibile il particolato fine (PM10), la micidiale polvere sottile che si deposita nei nostri polmoni con facilità proprio perché è talmente microscopica che gli alveoli non la filtrano. E visto che responsabile del PM10 è per il 90% il trasporto su strada, bisogna imporsi di rivedere al più presto il concetto nostrano, tutto sballato, di mobilità.
L’Italia, patria dell’automobilista oltranzista, è infatti all’apice di tutti i primati negativi in tal senso. Siamo il Paese europeo con la più alta mobilità su strada (15.400 km/ab/anno: +31% sulla media Ue), e quello con la maggiore “dotazione” pro-capite di automobili (58 auto per 100 abitanti, la media Ue è di 48). Cosa aggiungere? Che per gli italiani il pedone è un tizio che è riuscito a parcheggiare l’automobile (la battuta è del compianto Ugo Tognazzi): cioè l’essere umano è riconosciuto tale solo in virtù della vettura che gli sta incollata al sedere. Insomma siamo aggravati dalla latina pigrizia. Lo Stivale invece di camminare pigia sull’acceleratore anche per spostamenti brevi: è stato calcolato che ben il 40% del traffico veicolare avviene nel

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01/08/2006