Antonella Fabiani

Mosaico multiculturale

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L’era della globalizzazione avanza, di pari passo col multietnismo. E il concetto standard di cittadinanza va rivisto e aggiornato

In un’epoca in cui popoli, idee, culture si spostano e il mondo sembra apparire più piccolo, è urgente pensare all’organizzazione di una società sempre più multiculturale. Conseguenza della globalizzazione economica e politica che ha rimescolato e messo in contatto identità diverse, finendo per porre nuovi interrogativi e ridisegnare il tradizionale concetto di cittadinanza o identità nazionale nelle moderne democrazie occidentali. Il 5 per cento delle minoranze etniche che vivono nel nostro Paese autorizza a parlare di multietnismo e della possibilità di realizzare un futuro di interculturalità. Un progetto complesso che riguarda l’intero ambito europeo coinvolgendo aspetti educativi, giuridici e politici in vista della creazione di una comunità futura che metta in relazione le minoranze culturali con quelle già presenti.
“Il multietnismo è già una realtà in Italia – spiega Monica Simeoni, docente di Sociologia delle Migrazioni all’Università di Roma Tre, che all’argomento ha dedicato La cittadinanza interculturale (Armando editore) – mentre la multiculturalità è il progetto politico che i diversi Paesi europei dovranno attuare, per gestire la presenza di più etnie. L’interculturalità è un ulteriore passo avanti per cercare di risolvere gli aspetti negativi che possono nascere della convivenza tra differenti culture. Pensiamo alla società inglese, che pur avendo accolto diverse etnie in molti casi le ha ghettizzate in precise zone urbane. Ecco, l’intercultura cerca di evitare questo rischio mettendo in comunicazione le diverse entità”.
Occuparsi il prima possibile dell’integrazione degli immigrati nelle scuole e nel mondo del lavoro significa non scontrarsi in futuro con grossi problemi. Il 10 per cento degli alunni che frequentano le scuole in Italia sono figli di immigrati; una presenza che se fino a poco tempo fa riguardava le scuole elementari ora tocca le scuole medie. Qui s’incontrano anche le famiglie dei ragazzi immigrati e insegnanti, per questo in alcune scuole c’è la presenza di un referente per l’immigrazione. “Teniamo conto poi – osserva Simeoni – che i ragazzi stranieri possono essere una grossa risorsa: alcune etnie come i cinesi vanno benissimo nelle materie scientifiche in cui gli italiani hanno difficoltà, quindi abbiamo fatto l’esperimento di far aiutare dagli studenti immigrati gli italiani che stentavano in quelle materie”.
Se è ancora lontano per ...


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01/08/2006