Claudio Galzerano*

Patto criminale

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I legami, la collaborazione organizzativa e finanziaria tra terrorismo e delinquenza. L’analisi del fenomeno, i risultati investigativi

A cinque anni dall’attentato alle Torri Gemelle, è ancora il terrorismo internazionale a rimanere una delle più serie minacce per la nostra società. Una realtà che mostra legami e intrecci profondi anche con la criminalità organizzata. Rapporti complessi di cui conviene tentare di fissare subito alcuni punti fermi, scaturiti da esperienze condivise tra diverse agenzie di sicurezza. Messe nel dovuto conto difficoltà e contraddizioni legate alle semplificazioni ed alle generalizzazioni, notiamo che il più comune e identificabile punto di contatto tra crimine e terrorismo è costituito dal coinvolgimento di terroristi in altre forme di criminalità al fine di finanziare o comunque favorire le attività terroristiche in senso stretto. Questo coinvolgimento varia grandemente in ragione di fattori diversi: mentre alcuni gruppi terroristici commettono crimini al solo fine di sopperire ai loro bisogni occasionali, altri considerano forme di crimine organizzato addirittura organiche alla loro strategia ed al loro modus operandi. Sotto il profilo oggettivo, la tipologia dei crimini commessi dai terroristi si diversifica poi in maniera significativa, passando da forme gravi (ad esempio rapine di autofinanziamento) ad altri reati ritenuti di scarso rilievo. Se è vero, d’altronde, che sono stati sporadicamente registrati tra i due mondi episodi di collaborazione, spesso motivati da mero opportunismo, le sinergie tra terroristi e criminali non possono definirsi ricorrenti e, analogamente, intese strutturate e di lungo periodo sono da considerarsi estremamente rare, se non addirittura eccezionali.
Quanto alle cause che determinano tale collaborazione, un ruolo di particolare preminenza può essere rivestito non solo dalla convergenza, anche estemporanea, di interessi e necessità tra le due realtà; in questo quadro, non va trascurato il ruolo giocato ad esempio dalla pregressa conoscenza dei singoli appartenenti, i quali hanno magari condiviso esperienze carcerarie ovvero praticano la stessa fede religiosa. Volendo scendere nel particolare, sembra che le due realtà si intersechino non solo quando i terroristi commettono reati comuni quali l’immigrazione clandestina, il traffico di documenti falsi o di stupefacenti (attraverso questo canale si sono finanziati ad esempio gli attentati dell’11 marzo a Madrid) allo scopo di agevolare ovvero accumulare risorse finanziarie per perseguire i loro obiettivi ma anche quando riescono a sfruttare la capacità operativa di criminali comuni, servendosene per i loro scopi latu sensu politici. Ancora, si è osservato come spesso i terroristi guardino al mondo della criminalità quale potenziale bacino di reclu

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01/08/2006