di Umberto Galimberti

"Guerra"

CONDIVIDI
La guerra non ha mai cessato di trovare cantori che ne hanno esaltato l’eroismo, la forza, il coraggio, la bellezza, coprendo, sotto questo manto estetico, quanto di più atroce l’uomo, e solo l’uomo, ha ideato, perché, ci ricorda Hegel, a differenza dell’animale, l’uomo non uccide per mangiare, ma per ottenere dal vinto il riconoscimento della sua superiorità.
Con la sua capacità di eccitare, col gusto dell’esotismo, con l’allucinazione del potere che conferisce, con la possibilità di migliorare il proprio rango sociale, con l’animazione delle perversioni più sinistre, da quelle sessuali a quelle necrofile, la guerra può dare a quanti attribuiscono scarso significato alla loro esistenza, ai dannati della terra, ai profughi impoveriti, ai senza diritti che emigrano, perfino ai giovani che vivono nella splendida indolenza e sicurezza del mondo opulento, uno scopo, un senso, una nobile ragione per vivere.
Il patriottismo, che spesso è solo una forma a ...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

01/07/2006