Raffaele Lupoli
Il pieno dal contadino
In linea con il resto d’Europa, il nostro Paese inizia a investire nei biocarburanti. Inquinano e costano meno del petrolio
Contro lo smog e il caro-petrolio, dal primo luglio anche l’Italia avvierà la sua lenta e “pulita” marcia verso la rivoluzione flower power. I fiori stavolta saranno nei motori, che dovranno essere alimentati almeno per l’1% con il biodiesel e il bioetanolo. Dopo un lungo “tira e molla” in cui il ricorso al carburante di origine vegetale veniva prima incentivato e poi bloccato, anche il nostro Paese si lancia nella sfida: dopo il 30 giugno, i produttori di carburante hanno l’obbligo di immetterne al consumo una quantità pari all’1% della produzione, con un incremento dell’1% annuo fino al 2010. Una novità non di poco conto se si pensa che la quota di biocarburanti usata oggi in Italia è poco più dello 0,5% per quanto riguarda il biodiesel e zero per il bioetanolo. “Per il futuro – precisa Delia Francese, vicepresidente di Assobiodiesel, l’associazione italiana dei produttori di biodiesel – si deve ipotizzare un investimento del governo in questo settore o altre forme di incentivi, come è avvenuto all’estero. Il messaggio giuntoci dal governo è che possiamo crescere coinvolgendo il mondo agricolo”.
La carica dell’agrienergia
I primi a gioire infatti sono proprio gli agricoltori, che diventano sempre di più produttori di energia: “Grazie a questo provvedimento le colture di colza, girasole, soia, mais e barbabietola potranno essere destinate a nuovi usi oltre a quello alimentare. Per giunta è previsto un contributo comunitario di 45 euro a ettaro”, commenta Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura. Secondo le stime di Coldiretti l’obb