Anacleto Flori
La scommessa più importante
Dopo avere rischiato di essere travolto dal gioco d’azzardo e dagli usurai, Marco Baldini ha deciso di lasciare Milano e ricominciare daccapo, puntando tutto su se stesso e sul proprio lavoro
Allora Baldini, come e soprattutto perché ha iniziato a giocare?
Il guaio è che la prima volta che ho giocato, come spesso accade in queste cose, è stato tutto fin troppo facile. Avevo appena 13 anni e pochi soldi in tasca, quando sotto la spinta di un vecchio scommettitore entrai in una agenzia ippica per puntare le mie prime cento lire su una corsa di cavalli. Il caso volle che uscisse proprio la nostra accoppiata: seicento lire vinte in meno di dieci minuti. Uscii dalla sala giochi con una bella cifra per quel lontano 1973 e l’illusione, che mi è rimasta addosso per anni come una specie di impriting, che si potessero fare soldi senza alcuna fatica, che nella vita fosse più comodo seguire delle scorciatoie per arrivare prima. Il tempo mi ha poi insegnato che per avere successo nella vita, la strada da fare è lunga, e anche dura.
Quando ha deciso di raccontare la tua storia di giocatore?
Già da qualche tempo continuavo a ricevere richieste di interviste sulla mia vicenda di giocatore, sembrava che tutti in giro sapessero dei casini che avevo combinato, e allora tanto valeva dare una versione ufficiale dei fatti e accettare la proposta che mi era arrivata ...
01/03/2006