Antonella Fabiani

All-inclusive a luci rosse

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È boom del turismo sessuale. Le vittime, i minori dei Paesi sottosviluppati, pagati con una manciata di dollari

All-inclusive a luci rosse

Capace di spostare migliaia di persone da un continente all’altro, alimentando ogni anno l’enorme mercato della criminalità organizzata, il turismo sessuale è ormai uno dei lati oscuri del turismo sano che sfrutta la velocità e i mezzi che offre la globalizzazione. A farne le spese adolescenti e bambini vittime di turisti alla ricerca di piaceri particolari a poco prezzo, pronti a esercitare anche la violenza sulle proprie vittime coinvolgendole in giri di prostituzione, abusi sessuali e pornografia. Le cifre dell’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite dicono che sono più di un milione e mezzo i minori vittime di sfruttamento e violenza sessuale. L’Asia, l’Est europeo e l’America latina le mete preferite, dove il turista si sente più tranquillo, libero di poter attuare comportamenti vietati nel Paese di provenienza, raggiungibili grazie a pacchetti e offerte di viaggi di agenzie che in realtà sono la copertura di attività illecite. A praticare turismo sessuale oggi sono gli europei, i giapponesi e ora anche i cinesi; le mete: le Filippine e la Thailandia, lo Sri Lanka, l’Africa (Senegal e Gambia), e anche il Sudamerica con il Brasile, il Perù, il Centro America con Cuba, e poi il Messico, la Costa Rica, la Repubblica Dominicana, Santo Domingo e Giamaica.

I protagonisti
L’età media del cliente è di 27 anni: “In pratica giovani appartenenti a una fascia di età in cui non dovrebbero essere così attratti dai ragazzini – spiega Marco Scarpati, presidente della Ecpat (End child prostitution, pornography and trafficking) una rete internazionale presente in 67 Paesi impegnata nella lotta allo sfruttamento sessuale dei minori – Il turista sessuale è in genere una persona di cultura medio alta, benestante e nel nostro Paese proviene dalle regioni del Nord Italia”.
Esiste anche un turismo sessuale femminile: le signore provengono dal Centro e dal Nord Europa (Francia, Germania) e dal Nord America. Un fenomeno ancora di nicchia (il 3%) ma in leggero aumento, le cui cause vanno cercate in una maggiore autonomia economica e sociale delle donne. “Anche se esiste una differenza – osserva l’esperto – perché gli uomini cercano i ragazzini e le signore gli adolescenti dai 14 anni in su”.
Non rilevante la presenza degli italiani nel turismo sessuale mondiale perché ci sono popoli più ricchi e anche per una scarsa abitudine degli italiani a parlare le lingue. Senza contare che nel nostro Paese fortunatamente è stato praticamente distrutto sul nascere il fenomeno della complicità di agenti di viaggi che li organizzavano: “Chi vuol fa

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01/03/2006