Giulia Bertagnolio

Scientifica d’avanguardia

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Insetti, pollini, semi e peli di animale: tutto può servire a svelare i segreti della scena del delitto

Scientifica d’avanguardia

Lunghi corridoi luminosi, pareti dipinte a nuovo, laboratori con macchinari all’avanguardia che sfruttano tecniche ultrasofisticate, un via vai di professionisti in camice bianco e montagne di fascicoli con i casi giudiziari ancora aperti. Benvenuti alla “Sezione di indagini di biologia generale” di Roma, nuova costola della polizia scientifica nata nell’aprile scorso con l’obiettivo di dare sostegno alle indagini delle forze dell’ordine grazie all’approfondimento di un’area della criminalistica mai battuta prima in Italia: lo studio dei “campioni non umani”.
Alghe, pollini, fili d’erba, macchie di sangue, peli di cani e gatti. Le tracce animali e vegetali ritrovate sulla scena del crimine possono veicolare informazioni preziose riguardo alla dinamica di un reato (soprattutto se si tratta di omicidio o violenza), ai movimenti dell’indagato o della vittima. Specialmente se il delitto sembra aver seguito un percorso tortuoso, geograficamente complesso: quando sui vestiti di un cadavere rinvenuto in città si ritrovano fili d’erba tipici delle campagne o su un corpo scoperto all’interno di un autogrill si rintracciano alghe di mare e sabbia diventa importante scoprire su che terreno cresce in genere quella specifica tipologia di pianta erbacea, a quale spiaggia d’Italia appartengono i granelli. Anche sapere da dove proviene un pelo felino rimasto attaccato agli indumenti dell’indiziato può dare la svolta all’indagine: se dagli esami incrociati emerge che il residuo appartiene al gatto della vitti ...


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01/02/2006