Sergio Garbarino* e Giovanni Cuomo**
Mal di testa: un vero rompicapo
È una delle patologie più comuni sofferte dagli italiani. Può avere molte cause e tante diverse espressioni, non tutte conosciute dalla scienza. Come prevenirla e affrontarla
“Ho mal di testa”, un modo di dire generico che abbraccia numerose situazioni dolorose molto differenti fra loro e che rappresentano il più comune motivo di ricorso al medico. In Italia circa il 30 per cento della popolazione soffre di cefalea grave in qualche periodo della propria vita, il 70 per cento degli uomini e il 90 per cento delle donne accusa il problema almeno una volta l’anno.
Impatto socio-economico
La cefalea è una malattia invalidante in grado di limitare e talvolta compromettere la capacità di far fronte ai propri impegni lavorativi. L’impatto delle cefalee, secondo l’Unione Europea, in termini di ridotta produttività, può essere stimato in 10 miliardi di euro all’anno. A differenza di quanto si potrebbe immaginare, i comuni mal di testa comportano costi ingenti economici e sociali: sono stati spesi 12 milioni di euro di medicinali prescritti, a cui si aggiunge il costo per l’acquisto di farmaci da banco con una spesa complessiva di oltre 60 milioni di euro sostenuta dagli italiani in un anno.
Ma le cefalee sono tutte uguali?
La classificazione
La prima distinzione va fatta tra la cefalea primaria e quella che è invece l’effetto di un’altra condizione (secondaria). Le forme più comuni sono quelle primarie, che sono l’emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo. Le forme secondarie possono essere dovute: a trauma cranico o cervicale, aumento della pressione intracranica secondaria, ad esempio a un tumore cerebrale, a gravi incidenti cerebrovascolari (una trombosi, un’ischemia, un’emorragia), infezioni cerebrali, problemi psichiatrici o più semplicemente a un aumento della pressione arteriosa, patologie che coinvolgano naso, occhi, orecchie, denti e le strutture faccial