Stefano Scansani*

Mantova, il rinascimento continua

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La qualità della vita nella città del Mincio è tra le più alte d’Italia. Viaggio in una provincia dove l’integrazione degli immigrati è una realtà e la cultura un valore condiviso da tutti gli abitanti

Mantova, il rinascimento continua

Mantova? Uguale a Virgilio, buon vivere, Gonzaga e rinascimento, Nuvolari, Festivaletteratura, cucina ottima, Rigoletto. Questa città che trapela dalla palude, è abitata da neanche 48 mila abitanti, stessa consistenza anagrafica documentata tra la fine del ’400 e l’inizio del ’600, quando circolavano da queste parti il meglio degli artisti e dei letterati. L’insistenza sul dato storico-artistico è legittimata dal fatto che “il passato qui non passa”: la reggia gonzaghesca è un palazzo in forma di città, la gente ha coscienza del patrimonio e dell’esserci dentro.
La città del Mincio da una decina d’anni ha avviato una politica che pone la cultura e di conseguenza il turismo al centro della propria economia. Anche il territorio della provincia (settanta Comuni che contano 380 mila abitanti) assiste questa marcia di rivoluzione produttiva che fa tesoro dell’eredità dei secoli in una costellazione di specialità che vanno da un’agricoltura e da una zootecnia d’eccellenza a un’industria multiforme. Ottima la produzione di formaggi (il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano) e vitivinicola (il Lambrusco della Bassa, i bianchi e i rossi sommi nell’Alta provincia). Gli allevamenti sono caratterizzati da un’antica vocazione suinicola di pregio. Oggi i maiali allevati nell’intera provincia sono oltre un milione e cinquecentomila, la più alta concentrazione in Italia e in Europa. Nell’area ...


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01/01/2006