Marta Carli
Un magistrato senza paura
Terminate le riprese per la fiction televisiva su Giovanni Falcone, Massimo Dapporto parla di sé, del suo lavoro di attore e di come abbia imparato ad amare la figura dell’eroico giudice
Sul piccolo schermo, il prossimo mese di marzo (domenica 12 e lunedì 13), prodotto da Raifiction verrà trasmesso un film sulla vita di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia nel 1992. Nell’attentato morirono anche la moglie, Francesca Morvillo e gli agenti della sua scorta Antonio Montanaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Il film sul magistrato, interpretato da Massimo Dapporto e da Elena Sofia Ricci nel ruolo della signora Francesca, fa parte di una serie di pellicole su uomini della storia recente del nostro Paese. Poliziamoderna ha intervistato l’attore nella sua casa romana in una zona tranquilla ed elegante; lui è gentile, pacato, disteso come appare nelle sue interpretazioni. Vedendolo così come lo abbiamo descritto non dà affatto l’idea dell’uomo di spettacolo chiassoso e stravagante; al contrario, sembra di parlare col vicino della porta accanto, uno con cui ti fa piacere fare quattro chiacchiere. Nell’intervista ci racconta quali sono state le sue sensazioni ed emozioni nell’interpretare quell’uomo simbolo nel corso della lavorazione del film.
Dapporto, lei ha appena smesso i panni del giudice Falcone nel film in due puntate che sarà trasmesso su Raiuno. Immagino che non si sia risparmiato, nel documentarsi e nell’analizzare in profondità la figura del magistrato.
Per me sono stati fondamentali i colloqui che ho avuto con il Senatore Giuseppe Ayala, che mi ha raccontato del Falcone amico e del Falcone collega. Ho anche parlato con Maria e Anna, le sorelle di Giovanni; sono stati incontri che mi hanno fatto ve