Giulia Bertagnolio
Vita da criminale
Dagli esordi fino alla scelta di una vera e propria tipologia di reato. Un recente studio di una psicologa traccia la carriera di chi sceglie di essere contro la legge
Che s’intende per “carriera criminale”, cosa spinge un individuo a intraprenderla, in che modo le sue caratteristiche socio-psicologiche attribuiscono significato ai reati commessi, come si valuta la cronicità di un comportamento antisociale e con che metodi gli studi internazionali in tema di violenza permettono di tracciarne il paradigma. Le carriere criminali (Giuffrè editore), il libro recentemente pubblicato dalla psicologa Georgia Zara, fa il punto su ogni aspetto della recidiva delinquenziale. Il fine della criminologa non è solo descrittivo. “Focalizzare il concetto di onset o iniziazione, di continuità o discontinuità criminale, di cronicità o pericolosità sociale – è scritto nella presentazione del testo – significa capire per poter prevenire, pianificare per riuscire a controllare, bloccare l’escalation”. Portare a galla nascita ed evoluzione dei diversi atti antisociali commessi sistematicamente da alcune persone nel corso della vita (questa la definizione scientifica di “carriera criminale”) equivale infatti alla possibilità di evitare delitti, far progredire la ricerca, mettere a punto piani d’intervento ad hoc. Studiosi e criminologi ne sono convinti: non solo esistono delle regolarità nelle manifestazioni comportamentali infantili e adolescenziali di chi diventa un delinquente recidivo ma determinate dinamiche di causa-effetto legate alla tendenza degli individui a commettere illegalità sono sempre le stesse anche se inserite in contesti differenti. Isolando questi elementi, sostengono gli esperti, si può arrivare a sviare in anticipo la traiettoria esistenziale del potenziale criminale risistemandola sui binari della normalità. Solo quando si conoscono le condizioni in cui il delitto potrebbe verificarsi, insomma, le strategie preventive diventano realmente efficaci.
A evidenziare per primi gli elementi basilari per l’analisi di una carriera delinquenziale sono stati negli anni ’70 gli americani Alfred Blumstein e Jacqueline Cohen, pionieri delle ricerche nel settore: uno studio approfondito – sostenevano – deve tenere conto sia dell’andamento criminale del Paese in cui vive il soggetto in questione sia della sua personal