di Cristiano Morabito

... e la Banda non si arresta

CONDIVIDI

Un maestro direttore, un vice e 103 strumentisti: questa la formazione orchestrale della Polizia di Stato che continua la sua marcia costellata di successi. Tra le ultime tappe il Columbus Day

... e la Banda  non si arresta

Il direttore d’orchestra alza la bacchetta, scandisce il tempo e quello che poco prima era solo un segno nero su un foglio si trasforma in suono. È la magia che si rinnova ogni volta che un musicista “traduce” con il suo strumento il pentagramma in emozioni.
Era sicuramente anche questo uno degli scopi per cui è nata la Banda musicale della Polizia di Stato più di settant’anni fa. La storia di questo particolare reparto della polizia inizia sul finire degli anni Venti, precisamente nel 1928, con il suo primo direttore, Giulio Andrea Marchesini (compositore fra l’altro della marcia d’ordinanza Giocondità) e un organico di 70 elementi. La funzione storica della Banda, oltre a quella ancora attuale di scandire il via e gli stop alle marce, era anche quella di lanciare, con piccoli gruppi di “ottoni”, i segnali di combattimento.
L’evoluzione negli anni ha portato, attraverso la riforma del 1981 e con la sostituzione di alcuni strumenti non più rispondenti alle necessità sonore di un complesso bandistico moderno, alla composizione attuale della Banda musicale della Polizia di Stato, con l’inserimento del pianoforte e della chitarra classica (unica banda istituzionale ad averli).
L’organico è attualmente fondato

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

01/11/2005