di Carlo Alberto Tabacchi e Anacleto Flori

Lady emergency

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A colloquio con Elisabetta Belloni, responsabile dell’Unità di crisi della Farnesina, sempre pronta in ogni situazione di pericolo ad aiutare i nostri connazionali all’estero

Lady emergency

Le immagini provenienti dalle reti televisive di tutto il mondo scorrono senza sosta sul grande schermo alle nostre spalle, mentre alle pareti piccoli monitor mostrano le mappe dei Paesi ad alto rischio, con dettagliati piani di intervento. Siamo all’interno della sala operativa dell’Udc, cioè l’Unità di crisi del ministero degli Affari Esteri, nel cuore della Farnesina, a Roma, ed è qui che incontriamo il consigliere Elisabetta Belloni, responsabile della struttura.
Quando e perché nasce l’Udc?
Fin dal 1985 il ministero degli Affari Esteri ha costituito una cellula di crisi in grado di proteggere i nostri connazionali all’estero. Un compito che l’Udc affronta svolgendo un’intensa attività di raccolta di dati, di monitoraggio e di mappatura delle cosiddette zone a rischio attraverso un costante contatto con le nostre rappresentanze diplomatiche.
Quali sono i livelli di organizzazione?
Il cuore pulsante è rappresentato dalla sala operativa con la cellula di immediata risposta per la gestione delle crisi; poi c’è la sezione informazioni riservate che lavora in stretto coordinamento con il Sismi (Servizio per le informazioni e la sicurezza militare, ndr) e gli altri servizi di sicurezza, il Sisde e il Cesis; il settore delle comunicazioni radio-satellitari, quello delle banche dati, indispensabile per gli aggiornamenti dei piani di emergenza e di intervento e altri ancora. In tutto una trentina di persone, per una struttura abbastanza agile, in funzione 24 ore su 24 e sempre pronta a entrare in azione. Abbiamo perfino una piccola ma attrezzata cucina nei casi in cui siamo chiamati a seguire senza sosta gli sviluppi di una crisi.
Come è cambiato il concetto di rischio dopo l’11 settembre 2001?
Mentre nel passato si trattava di tenere sotto controllo soltanto alcune regioni del pianeta particolarmente esposte al verificarsi di calamità naturali o di sommosse e colpi di Stato legati alla instabilità politica, l’attentato alle Torri Gemelle e l’esplosione del terrorismo di matrice islamica ha radicalmente modificato le nostre strategie di lav

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01/11/2005