di Luigi Cancrini*
Cocaina: guarire si può
Le problematiche legate al consumo e alla cura delle tossicodipendenze. L’identità sociale il bisogno di aiuto e il ruolo della famiglia
La differenza da cui dobbiamo partire è quella fra consumo, consumo problematico, abuso e dipendenze. La forma di tossicodipendenza che abbiamo di fronte sempre più spesso è relativamente nuova e viene chiamata di consumo problematico e di abuso di più sostanze, legali e illegali. È fra queste che la cocaina sta assumendo una importanza particolare.
L’area di confine tra abuso e dipendenza individua la tipologia di consumatori compatibili: compatibili sostanzialmente con una vita sufficientemente integrata ma che rischiano di scivolare nella dipendenza e di produrre danni a se stessi o ad altri (in famiglia soprattutto se hanno già dei figli) precipitando in una crisi “maggiore”.
Sono queste le persone con cui dovremmo lavorare chiedendoci come intercettare questi soggetti sapendo che l’attuale sistema pubblico e privato, va rivisitato e aggiornato per raggiungere questo obiettivo. Come è accaduto venti anni fa attraverso la strategia di “riduzione del danno” quando gli operatori uscirono dai loro ambulatori per andare incontro alla persone a rischio, si dovrà costruire un sistema che riesca a individuare i luoghi dove transitano i “consumatori problematici” per incontrarli e per aiutarli a chiedere aiuto.
Come accade, a volte, nelle prefetture o nel carcere ma come potrebbe accadere sempre più spesso a livello dei medici di base che interloquiscono con molte di queste persone, dei servizi di pronto soccorso ospedaliero che intercettano le crisi d’abuso e dei centralini telefonici che individuano ancor prima della domanda del consumatore quelle dei suoi familiari. Ciò di